Pagine

martedì 11 ottobre 2016

EurHop 2016. Come è andata. Capitolo Primo: Italia.

Ed eccoci giunti anche quest'anno al resoconto di EurHop, il consueto appuntamento di Roma con il meglio della produzione brassicola italiana ed estera.

Ogni anno è l'evento per me irrinunciabile.
EurHop è davvero il festival di respiro internazionale più importante che abbiamo in Italia.
Anche quest'anno la selezione dei birrifici è stata affidata a Manuele Colonna e il suo staff del Ma Che Siete Venuti a Fà, il locale trasteverino nell'olimpo dei posti dove bere meglio nel mondo.
Come ogni anno ho dedicato due giorni ad EurHop ma a dispetto delle scorse edizione mi sono volutamente concentrato maggiormente sui birrifici italiani.
Mi piace cambiare obiettivi ogni volta che vado in modo tale da farmi un'idea dell'evoluzione del nostro movimento. Considerando che il 95% delle produzioni italiane presenti ad EurHop non si trova nei locale della mia zona, capite bene che l'occasione era irripetibile.
diario birroso blog birra artigianale
EurHop 2016

Location ormai consolidata quella del Salone delle Fontane in zona EUR, che tuttavia, a mio avviso inizia a risultare un pò limitante. Mi spiego. Sono solito frequentare il festival in orari di apertura, ma quest'anno ho notato un netto aumento di persone anche in orari che negli anni passati erano più tranquilli. Il sabato ci si è messa anche la pioggia nel pomeriggio che ha fatto sì che le panche all'aperto divenissero praticamente inutilizzabili. Affluenza notevole rispetto agli anni passati con tanto di presenza di cani di grossa taglia (rigorosamente al guinzaglio devo dire però)...qualcuno poi mi spiegherà il senso di portare un povero animale in un contesto del genere. Per il resto solita formula e organizzazione impeccabile.

La prima birra del mio EurHop è stata la Black Lipstick del Birrificio Foglie D'Erba del bravissimo Gino Perissutti . Si tratta di una birra proposta in anteprima proprio ad EurHop e vede la luce partendo dalla porter della casa, la Hot Night at the Village, alla quale vengono aggiunti lamponi bio delle Dolomiti. La seconda fermentazione avviene in acciaio con gli zuccheri della frutta. Il risultato è una birra elegantissima con le note del cioccolato e del caffè che si fondono magistralmente con la parte acidula data dai lamponi. Una creazione davvero superba. Dello stesso birrificio ho riassaggiato dopo diverso tempo, la Babel trovandola in ottima forma.
diario birroso blog birra artigianale

Il livello rimane altissimo ai banchi di Hammer e Vento Forte. Del primo ho assaggiato in serie la Koral, che già avevo apprezzato in bottiglia, la Hoppy Saison della serie Workpiece e la nuovissima Imperial IPA: una bomba luppolata che riesce a mantenere una bevibili incredibile nonostante la statura alcolica. Del secondo a pranzo avevo bevuto la solita meravigliosa Pale Ale al Macchè, mentre al festival mi sono concentrato sulla Session #22 e sulla nuovissima Back From Cali, la double IPA appena creata: una vera e propria spremuta di frutta esotica, con un bell'amaro resinoso e un corpo agile che in maniera subdola mente sulla sua gradazione alcolica. A mio avviso la migliore Double IPA italiana, detto da uno non propriamente amante di questo genere.

Gli appunti delle bevute sono sparsi, e non seguono pedissequamente l'ordine delle bevute. Lascio il mondo luppolato consapevole di aver bevuto le birre top di categoria attualmente disponibili in Italia, e mi dedico ai birrifici che propongono birre di stampo teutonico. Mi è piaciuta moltissimo la Cangrande di Birra Mastino, una helles eseguita magistralmente con note di miele, malto e pane a fare da base per un bel finale erbaceo mai invadente. Davvero complimenti! Dello stesso birrificio ho trovato godibilissima anche la Milledue91 una pils intensamente amara e di facilissima bevuta.

Del Birrificio del Doge ho adorato la Zwickel Marzen offerta direttamente dalla botticella. Livello estremamente alto per questo birrificio che davvero lavora benissimo sulle basse fermentazioni. Molto buona anche la Vienna Lager che tuttavia ho apprezzato maggiormente in bocca che a livello olfattivo. Davvero grandi complimenti ancora!
diario birroso blog birra artigianale
Birrificio del Doge - Marzen
Strategicamente nella stessa zona era posizionato lo stand del Birrificio Italiano, mitico pioniere della birra artigianale italiana. Bere una Tipopils è sempre un piacere, birra eccellente e irripetibile. Presente anche la Cuvèe de Missenharot, una white pils creata per omaggiare i Locher, grandi coltivatori di luppolo nel Tettnag. La birra ha un livello di amaro importante, che a mio avviso e gusto personale alla lunga stanca il palato.

Di Lariano ne tesso le lodi con amici e conoscenti non appena ne ho l'occasione. Un birrificio solidissimo, al cui timone vi è uno dei birrai più capaci che abbiamo in Italia a mio avviso. Conosco benissimo tutte le produzioni avendole provate in bottiglia più volte quindi mi sono tuffato sulla mitica botticella della Serial Keller. Una lieve base di crosta di pane e crackers su cui si innestano note intensamente erbacee. Davvero un capolavoro!!

Allo stand di Baladin era disponibile un assaggio gratuito della Xyauyù Fumè, in edizione speciale Laphroaig Single Barrel. Chiaramente non me lo sono fatto mancare. Su queste birre Teo Musso e il suo staff sono davvero di un altro pianeta. Birra che come la Xyauyù di cui vi ho parlato in questo articolo, subisce un processo di macro ossidazione e 12 mesi di maturazione in botti di whisky scozzese delle isole Islay. Naso elegante e complesso offre nettissime note torbate ed etiliche. In bocca emerge la frutta passita, il caramello, naturalmente una nota di torba molto netta. Una birra davvero memorabile.

diario birroso blog birra artigianale
Lariano - Serial Keller
Di birre un po' bizzarre tuttavia se ne sono viste e certamente Birra del Carrobiolo ha fatto la parte del leone in quanto al "famoso strano". Ad esempio la ITA, Italian Tomato Ale, una birra prodotta con il 33% di datteri di Scicli dell'Azienda Agricola Giovanni Parisi, con dry hopping di basilico genovese e origano calabrese. Appena ho portato il bicchiere al naso ho avuto l'impressione di annusare una bruschetta. Buonissima, per carità, ma magari non è quello che mi aspetto in una birra. Finito il colpo di scena olfattivo che ti lascia un attimo interdetto, si riprende in bocca dove lascia un retrogusto molto particolare. La riberrei? Non credo, non è il mio genere. Molto meglio invece la Porcini Imperial Stout, ossia una imperial stout che prevede dry hopping di boletus edulis, ossia il fungo porcino.

Menzioni sparse per l'eccellente Pilz di Etnia, davvero molto ben fatta, e La Mirtillina del Birrificio Stradaregina. una elegantissima sour ale realizzata con mirtilli. Bravi davvero e molto simpatici, il che non guasta mai! Del giovane birrificio romano Hilltop mi ha colpito moltissimo la Barry's Bitter servita a pompa come da copione. Una interpretazione magistrale per un birraio giovane ma di grande livello. Solita grande conferma la Figu Morisca del Birrificio di Cagliari, blanche al fico d'india davvero caratterizzante ma mai invadente. Squisita!
Una delle birre migliori di EurHop è stata senza dubbio La Mummia di Montegioco, proposta in versione 2012. Un'autentica perla nel panorama delle birre italiane, un vero regalo per gli appassionati questa introvabile versione di quattro anni fa. Solo applausi a scena aperta. Una birra di una complessità estrema, con punte acidule per nulla invadenti.

In questo resoconto lascio certamente dietro qualcuno, ma gli assaggi sono stati moltissimi e la
diario birroso blog birra artigianale
Laboratorio New England IPA
conferma è stata quella che mi attendevo: l'Italia brassicola attualmente non ha nulla da invidiare alle altre nazioni più consolidate! Bravissimi i nostri birrai che portano in alto il nome del nostro movimento, in un momento in cui nonostante il proliferare della "moda" della birra artigianale, il livello è davvero basso. Ad EurHop era invece presente il top della nostra Italia e con il top affrontiamo tutti con rispetto ma senza paura!

Nota a margine. Non posso non citare il laboratorio sulle New England IPA, altrimenti dette juicy organizzato da Manuele Colonna con il gruppo Facebook Analfabeti della Birra fra cui Stefano Ricci ed Eric Novielli. E' stato un dibattito davvero interessante e divertente, che ha toccato vari spunti e sopratutto ha messo alla luce punti di vista differenti. Un'idea precisa ancora non posso dire di essermela fatta, di certo non è uno stile a sé stante, ma potrebbe diventarlo con il futuro. Ho avuto modo di provare oltre alla juicy di Andrea Dell'Olmo di Vento Forte, uno dei relatori del laboratorio, anche i preziosi cimeli del simpaticissimo Eric Novielli. Un grazie davvero a lui per aver condiviso con tutti per puro spirito di passione le sue bottiglie.  E un grazie ai miei amici del locale romano So Good per aver condiviso con me alcuni dei massimi esempi di questo stile-non stile.

Per ora il racconto è terminato, al prossimo capitolo e il resto del mondo!
Cheers!!



Nessun commento:

Posta un commento