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mercoledì 26 novembre 2014

I "soliti" mostri.

Ricordate la vena polemica dell'articolo di ieri? Bene. É cresciuta.
Forse sará accaduto durante la notte, quando ho sofferto per il caldo e l'arsura. E certo non potevo alzarmi alle 3 di notte e aprirmi una birra dissetante. Ci arriverò, ma non ora. Per fortuna.
Oggi voglio smontare e distruggere i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo della birra! Perle di rara ignoranza (ma leggetela alla Aldo, Giovanni e Giacomo - nel senso che ignorano) le mie povere orecchie devono sopportare.

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Sedicenti esperti, sommelier che si stanno buttando sulla birra quando potevano buttarsi altrove (usate la fantasia), e gestori dei locali fondano le loro assolute veritá su quattro concetti in croce, per giunta sbagliati. E io mi diverto a farlo notare quando posso, attirandomi ire e maledizioni e il sempreverde "ma tu chi cazzo sei?".
Partiamo forte...

maltesIL MALTO E I SUOI MULTIPLI. Dire che una birra é doppio malto NON VUOL DIRE UN EMERITO......MALTO!!!! É una denominazione fiscale, che esiste solo nel nostro Paese. La legislazione italiana ha previsto, con la legge n.1354/1962, che la commercializzazione della birra dovesse avvenire secondo delle denominazioni dettate dalla densitá zuccherina del mosto, sul quale poi si calcolano le accise. Nel caso del famigerato doppio malto la soglia da superare per avere questa denominazione é di 14,5 Gradi Plato. Non vi é connessione con la quantitá di malto. Non é il doppio. Non ha connessione con il sapore della birra. E non ha connessione con il colore. Superato questo scoglio (anzi forse qualcuno ci si é schiantato senza accorgersene e senza abbandonare la nave) si passa alle tripel che sono triplo malto. Ma dove?? É uno stile di birra (il mio preferito fra l'altro) e si chiama così perché in origine i monaci misero tre X sulle botti per distinguere quelle birre che erano più forti delle altre. Mi sembra superfluo dire che quadrupel segue la stessa linea.

beer-stylesRAGIONARE PER COLORI. La bionda, la rossa e la nera. Sono donne! Non birre! Dammi una bionda equivale a dire dammi una pasta rossa (che sia al pomodoro o alla nduja ha poca importanza, é rossa). Gli espertoni che si avvicinano al tavolo e postulano: "le rosse sono dolci, se non ti piace l'amaro allora fa per te!". Il colore NON è un indicatore del sapore della birra, né delle sue caratteristiche, né tantomeno della sua gradazione alcolica. Mi ritrovo a riaprire il cassetto dalle cose che vorrei prima di togliere il disturbo, ma questa la vedo dura. Vorrei possedere un locale e il primo che entra e mi chiede una bionda/chiara gli piazzo una gueuze (che è una birra a fermentazione spontanea, leggi acida) e mi godo lo spettacolo.

LA BIRRA ARTIGIANALE COSTA TROPPO. In parte è così, non lo nego. Ed in parte è ingiustificato. La cosa che a me urta è la frase "e ma con 10 euro mi prendo una bottiglia di vino da 1 litro". Ma sarà vino di merda. Signori come in tutte le cose, la qualità si paga. Birra artigianale non è sinonimo di qualità, sia chiaro. Ho buttato diversi quattrini bevendo immonde porcate. Ma il messaggio che non deve passare è che la birra (quella buona) non è la sorella scema del vino (quello buono). Certo è che,  come accade nella totalità dei pub delle mie zone, mi piazzate una Chimay a 12 euro siete dei ladri, punto e basta.

QUELLA E' TERMINATA, MA TI HO FATTO QUESTA CHE TANTO E' UGUALE. Ma anche no! Se chiedo una weizen non puoi presentarti con una blanche. E non vale manco la scusa che sono entrambe birre di frumento. Sono prodotti con un profilo aromatico (e non solo quello) diametralmente opposte! Equivale a dire: hai chiesto una carbonara ma ti ho portato una amatriciana, tanto è uguale. C'è il guanciale. (Rima non voluta).

UNA BELLA BIRRA GELATA. Ora vi farò sobbalzare dalla sedia. La birra industriale viene servita gelata perchè non ha un buon sapore. La sua funzione d'uso è quella di dissetare. Il freddo anestetizza l'interno della bocca e non percepite i sapori, dopodichè potreste anche ingoiare urina. Ogni stile di birra ha una sua temperatura consigliata di servizio ma nessuna è a livello di freezer. E finiamola pure con la moda dei bicchieri gelati e belli fumanti. Voglio birra, non vodka (ammesso che la vodka la si beva con il bicchiere gelato).

BIRRA E' FEMMINILE. USO SEMPRE IL FEMMINILE. Giacchè "la birra non esiste, ma esistono le birre" (cit. Kuaska), bisogna porre l'attenzione agli articoli usati per chiamare gli stili. Lambic ad esempio è un tipo di birra a fermentazione spontanea. L'articolo esatto è IL lambic, perchè in francese, LE lambic è maschile. Idem dicasi per il povero vino d'orzo. IL barley wine e non LA barley wine. E così sia.

STORIE DI TRAPPISTI. La birra trappista non è uno stile. Non è associabile ad un sapore univoco di logo_authentic_trappist_productbirra. E' semplicemente un disciplinare da seguire. La parola trappista viene anzi, può essere usata soltanto se si rispettano le seguenti regole:

  • La birra deve essere prodotta all'interno delle mura di un'abbazia trappista, da parte di monaci trappisti o sotto il loro diretto controllo.

  • La produzione, la scelta dei processi produttivi e l'orientamento commerciale devono ovviamente dipendere dalla comunità monastica.

  • Lo scopo economico della produzione di birra deve essere diretto al sostentamento dei monaci e alla beneficenza e non al profitto finanziario

Attualmente i birrifici che possono fregiarsi dello stemma trappista sono dieci. Ma ognuna produce birre diverse seguendo stili differenti. Domani mattina ad esempio, Chimay potrebbe produrre una IPA, e sai il panico fra gli espertoni.

Spero di aver sfatato qualche mito durissimo a morire. E spero di aver esaurito la mia vena polemica quotidiana. Vado a farmi una trappista...

Cheers!

8 commenti:

  1. Ma... ma... ma... ma... ma... (si è incantato il disco)
    Ma allora i colori non hanno nessuna relazione con il sapore?
    Intendo dire: è una balla che "la rossa contiene più spezie e insaporitori"?
    Illuminami, maestro, perchè la terra vacilla sotto i miei piedi e potrei cadere tra i luoghi comuni.

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  2. Generalizzare dicendo che le birre rosse sono più speziate é una balla. Se ti facessi bere una kriek la sputeresti subito perché acida, altro che speziata. Ma é anche vero che esistono rosse che sono speziate. Ma non chiamiamole rosse. Per quanto riguarda gli insaporitori...questo termine a me dá l'idea di qualcosa di artefatto, di industriale, qualcosa di lontano dall'artigianalitá del prodotto. Il gusto di una birra é dato dalle infinite combinazioni di malti utilizzati, luppoli utilizzati e lieviti utilizzati. A questi poi si possono aggiungere spezie ed altri ingredienti. :-) se hai altre curiosità fatti avanti senza problemi, nel mio piccolo posso provare a risolvere eventuali dubbi.

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  3. Ah, altro mito che cade: ero convinto che oltre a malto, luppolo e lieviti a fare la differenza fossero anche altre particolari aggiunte, almeno per quanto riguarda le birre più... scure lo posso ancora dire?
    Insomma, non so più cos'è una bionda! Sono a dir poco sconvolto...

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  4. Gli ingredienti aggiuntivi senza dubbio ampliano il profilo aromatico della birra, ma esistono anche birre che senza aggiunte particolari hanno un ventaglio di aromi molto variegato. Riguardo le birre scure, il colore é dato dai tipi di malto utilizzati che ne danno inoltre un profilo aromatico che va dal tostato fino all'amaro. Le spezie sono generalmente usate nelle birre di ispirazione belga. Soprattutto quelle natalizie. Oppure ancora le blanche che sono prodotte con scorza d'arancia e coriandolo. In definitiva la cosa da tenere bene in mente é che non si può generalizzare. Una birra scura, si può dire, può essere dolce oppure amara. Dipende da molti fattori.

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  5. Ma quante ne sai?! :D
    Tutto ciò è molto interessante.

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