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mercoledì 29 novembre 2017

Riflessioni personali sul drink fresh.

Domenica mi trovavo, al solito, in giro per una birretta serale.
Ordinata la mia pinta, nella fattispecie la Koral di Hammer, e portata al naso, ho avuto un flash; improvvisamente ho formulato una riflessione sull'importanza della freschezza in una birra, come accennato la sera stessa sulla pagina Facebook del blog.
Ora voglio aggiungere qualche tassello a questa riflessione.

Facciamo un passo indietro però.
Come vi scrissi in questo articolo, io sono un fervido sostenitore del drink fresh, del consumo nel più breve termine possibile delle birre, sopratutto quelle a carattere luppolato.
Al netto degli isterismi che ultimamente hanno contaminato la scena italiana, l'accento sul consumo rapido di determinate birre è un fattore imprescindibile nella gestione di un locale.
Da appassionato e sopratutto seriale bevitore in questi anni una mia idea su cosa preferire nella scelta dei prodotti, me la sono fatta. E domenica sera i primi sorsi di quella Koral l'hanno cementata ancor di più.

Partiamo da un primo assunto fondamentale: in un buon 90% dei casi attendere per bere una birra e quindi farla invecchiare per mesi se non addirittura anni, è un'idea fallace.
I rari casi contemplati rappresentano comunque un rischio e sono sopratutto dedicati a tipologie di birre molto particolari che ben si prestano, almeno sulla carta, ad un consumo più dilatato nel tempo.
Se volete approfondire l'argomento, vi rimando a questo articolo.
Dall'assioma di cui sopra è facile dedurre che per preservare la freschezza e proprietà organolettiche della birra è indispensabile far ricadere la propria scelta su birre che non hanno passato buona parte della propria esistenza su camion e in magazzini non refrigerati.
Da consumatore la mia scelta sulle luppolate quindi ricade nel 99% dei casi, esclusivamente su birre italiane.

lunedì 27 novembre 2017

Brasserie Fantôme - Chocolat

Arriva sul blog Fantôme, una delle realtà più creative e geniali del Belgio ma non solo. La birra stappata è la Chocolat!

Se non siete proprio novellini bevitori artigianali avrete certamente incrociato almeno una volta nelle vostre scorribande alcoliche le creature della Brasserie Fantôme. Se invece non le avete mai sentite nominare è giunto il momento di colmare la lacuna: bere una birra di Dany Prignon è un'esperienza che va al di là della birra artigianale.
Brasserie Fantôme - Chocolat birra recensione diario birroso birra artigianale
Dany Prignon, anima geniale e stravagante di Fantôme, la sua creatura che apre i battenti nel 1988 a Soy in Vallonia, nel Lussemburgo belga.
Il nome e il simpatico fantasmino presente in etichetta deriva da una locale leggenda secondo la quale il fantasma di Berthe de La Roche, contessa di La Roche-en-Ardenne si aggiri di tanto in tanto fra le rovine della sua dimora terrena, il castello della cittadina vallone appunto.

giovedì 2 novembre 2017

Founders - Backwoods Bastard

Arriva sul blog una delle birre più ambite e ricercate del birrificio Founders: Backwoods Bastards, la meravigliosa scotch ale passata in botti ex bourbon.

Nell'anno di Founders, ottobre è il mese dedicato alla release annuale della Backwoods Bastard!
Accanto alle produzioni abituali infatti, il birrificio del Michigan, scandisce il proprio anno di produzione con il rilascio, ogni bimestre circa, di birre provenienti dal progetto di barrel aging.
Founders - Backwoods Bastard birra recensione diario birroso blog birra artigianale
A gennaio 2017 vede la luce la Frontwood, sour ale alle ciliegie; ad aprile è la volta della famigerata imperial stout Kentucky Breakfast Stout, il mese successivo arriva la Doom (imperial IPA), a luglio invece è il turno della DKML imperial malt liquor. Come detto ottobre è dedicato alla Backwoods Bastards, mentre nell'ultimo mese dell'anno verrà rilasciata un'altra birra che per ora rimane anonima.