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giovedì 2 novembre 2017

Founders - Backwoods Bastard

Arriva sul blog una delle birre più ambite e ricercate del birrificio Founders: Backwoods Bastards, la meravigliosa scotch ale passata in botti ex bourbon.

Nell'anno di Founders, ottobre è il mese dedicato alla release annuale della Backwoods Bastard!
Accanto alle produzioni abituali infatti, il birrificio del Michigan, scandisce il proprio anno di produzione con il rilascio, ogni bimestre circa, di birre provenienti dal progetto di barrel aging.
Founders - Backwoods Bastard birra recensione diario birroso blog birra artigianale
A gennaio 2017 vede la luce la Frontwood, sour ale alle ciliegie; ad aprile è la volta della famigerata imperial stout Kentucky Breakfast Stout, il mese successivo arriva la Doom (imperial IPA), a luglio invece è il turno della DKML imperial malt liquor. Come detto ottobre è dedicato alla Backwoods Bastards, mentre nell'ultimo mese dell'anno verrà rilasciata un'altra birra che per ora rimane anonima.


La Backwoods Bastard fa il suo debutto nel 2005, all'inizio dell'avventura della sperimentazione in botti del birrificio, che all'epoca erano quattro mentre oggi ne sono 7000 circa. Di strada ne ha fatta il birrificio, il progetto di invecchiamento e ovviamente anche la Backwoods Bastard che come dicevo in apertura è una delle birre più ricercate del birrificio di Grand Rapids.
La base di partenza è la scotch ale della casa, la Dirty Bastard, e forse la birra che più ha impersonificato la filosofia e il successo di Founders.
Accaparrarsi la release 2017 in così poco tempo non è una cosa molto semplice almeno nella prima
Founders - Backwoods Bastard birra recensione diario birroso blog birra artigianale
fase di distribuzione. Dal giorno del rilascio la mia bacheca Instagram è stata invasa da foto di questa birra in ogni forma e dimensione così mi son deciso a stappare la versione 2016 che possedevo in cantina.

Nome, letteralmente bastardo del bosco, ed etichetta meravigliosi, simpaticamente l'uomo raffigurato (un eremita probabilmente) mi ricorda Gandalf della saga Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.
Il colore mogano con intensi riflessi rubino si arricchisce di una cremosa schiuma color nocciola, fine e di buona persistenza. Il naso offre immediatamente spunti che rimanda al passaggio in botte: c'è la vaniglia e il legno, poi arrivano le note tipiche della birra base: il caramello e una girandola di frutta disidratata (uva passa, datteri e persino accenni di fichi). In bocca è docile ed avvolgente, corpo da medio a pieno; poche le bollicine a reggere la struttura. La bevuta segue sostanzialmente quanto avvertito al naso; la solida impalcatura dei malti, il caramello, il biscotto, la frutta sotto spirito (ciliegia) e quella disidratata. Lievi accenni di legno, fumo e un finale lungo e piacevolmente bilanciato su note amare a fare da contrappeso al resto della birra. Gli 11,1 gradi alcolici ci sono ma non sono ingombranti, restano in disparte ed emergono per riscaldare il palato a fine corsa.
Produzione eccellente, che si beve con buona facilità anche ai meno avvezzi a birre di tale struttura.
Con quasi un anno sulle spalle temevo che la birra avesse preso derive eccessivamente dolci, invece devo dire che l'apporto della botte è ancora ben presente e impreziosisce la bevuta.
Concludo dicendo, per gli amanti delle classifiche, che da svariati anni (per quel che vale), la Backwoods Bastard si piazza fra le prime 5 scotch ale al mondo secondo Ratebeer.
Cheers.

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