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venerdì 28 aprile 2017

A Tu per Tu con...Marco Valeriani di Hammer

Ritorno in grande per l'angolo delle interviste di Diario Birroso! Ospite odierno della rubrica "A Tu per Tu con..." è Marco Valeriani, birraio di Hammer e fresco vincitore del prestigioso premio Birraio dell'Anno!


Marco Valeriani, bergamasco, classe 81, è uno dei birrai italiani più talentuosi e capaci che il nostro panorama può vantare. A dirlo sono le sue birre, che oltre a ricevere numerosi premi, colpiscono qualsiasi persona le abbia incrociate.
A suggellare, semmai ce ne fosse bisogno, il suo lavoro è arrivata la proclamazione, in gennaio, come Birraio dell'Anno 2016; l'annuale premio organizzato da Fermento Birra per decretare il birraio che nel corso dell'anno precedente si sia distinto per bravura, qualità e costanza.
a tu per tu con marco valeriana hammer intervista diario birroso blog birra artigianale

I novizi della birra artigianale lo avranno conosciuto, prima ancora del premio di Firenze, associato al birrificio Hammer, di cui vi ho parlato diffusamente in questo articolo.
Io invece ho iniziato ad apprezzarlo diversi anni fa, quando era in sala cottura presso il birrificio brianzolo Menaresta. Ne ho sin da subito apprezzato le doti, sopratutto in tema di birre di grande struttura luppolata. A mio avviso ha regalato una delle birre più eccellenti di tutto il panorama italiano: 22 La Verguenza, una double IPA intesa e profumata che ho adorato sin dal primo assaggio.

Ora è arrivato il momento però di lasciare la parola a lui, armatevi di una Wave Runner e leggete cosa mi ha raccontato!

Ciao Marco, é un onore ospitarti su Diario Birroso! Quale è stata la prima birra artigianale che ti ha fatto scoccare la passione e la voglia di cimentarti nella produzione?
È nato tutto per caso durante l’università. Io ai tempi già bevevo qualcosa di artigianale, andando ogni tanto al Birrificio Italiano e al Birrificio Lambrate. Ma non avevo mai pensato a produrmela. Un mio compagno un giorno mi portò una birra fatta in casa da lui da assaggiare. Poco tempo dopo ci provai anche io.


mercoledì 26 aprile 2017

Ritual LAB - La Bock

Prima volta del giovanissimo birrificio laziale Ritual LAB! La Bock è una solida interpretazione dello storico stile tedesco.

Ritual LAB - Growing&Brewing nasce a Formello nel 2013 e si pone l'obiettivo di formare giovani birrai, organizzando corsi di formazione pratica sia ad un livello amatoriale che professionale. Nel percorso di formazione di queste figure professionali, si avvale della collaborazione di esperti tecnici provenienti dalla prestigiosa Doemens Akademie di Monaco di Baviera, uno degli istituti più rinomati al mondo nel campo della formazione da birraio.
Ritual LAB - La Bock birra recensione diario birroso blog birra artigianale

Il "laboratorio" di Formello tuttavia non si esaurisce qui, ma comprende anche la coltivazione del luppolo, e ovviamente la produzione di birre, con la realizzazione di ricette sperimentali e metodi produttivi innovativi. Decidono così nel 2014 di iniziare a commercializzare le proprie creazioni come beerfirm, e dopo aver riscosso un notevole successo decidono di fare il grande passo, nel 2015, e mutare il proprio status in birrificio. Un passo doveroso e consequenziale per qualsiasi attività con solide basi e passione vera alle spalle. La sala cottura è affidata a Giovanni Faenza mentre le grafiche dell'etichette fra minimalismo, astrattismo e pittura metafisica sono realizzate dall'artista e tatuatore Robert Figlia.

lunedì 24 aprile 2017

Libando birroso 2017: streetfood e birra artigianale a Foggia

Ieri si è conclusa la quarta edizione di Libando, l'annuale evento che travolge il centro storico di Foggia in un vortice di sapori, profumi e colori!

Per il secondo anno consecutivo ho avuto il piacere e l'onore di supportare Libando come media partner e mai come quest'anno ho notato una grande partecipazione dal punto di vista della birra artigianale!
Libando birroso 2017: streetfood e birra artigianale a Foggia
Grani di Puglia! Questo è stato il file rouge dell'edizione appena conclusa, con master class incentrate su questo fondamentale ingrediente che hanno coinvolto personaggi del mondo gastronomico di altissimo livello, da Cristina Bowerman al "nostro" Peppe Zullo, tanto per citarne due.

martedì 18 aprile 2017

Milano artigianale. Parte II: Vetra e Scott Duff Pub

Secondo episodio del mio breve tour nella città meneghina. E' la volta del Fuorisalone con Vetra e dello Scott Duff!

La prima parte del resoconto sul mio recente weekend a Milano, si era conclusa con la serata al Birrificio Lambrate.
Dopo i bagordi del primo giorno, abbiamo iniziato la seconda giornata in maniera molto slow. Dopo aver gustato la famigerata e deliziosa pizza di Sorbillo, ci siamo recati in zona Porta Genova nel primo pomeriggio, dove, complice anche il Fuorisalone, c'erano una serie di eventi e stand interessanti.
Prima di fiondarmi nel pieno della manifestazione, ho fatto una fugace tappa al Beer Box Milano sito in via Savona, che per l'occasione era diventata una temporary tap room del Birrificio Rurale. Ho potuto così rifocillarmi con una deliziosa Seta Special, blanche al bergamotto davvero fresca e profumata, ideale viste le temperature che iniziavano a salire.
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Nuova Darsena

A metà pomeriggio decidiamo di avviarci verso la Nuova Darsena, e in via Alessandria 3, presso Acqua su Marte era ospite Vetra!
L'evento ospitato in questo spazio era davvero molto interessante. In pratica all'ingresso ti veniva fornita un'etichetta vuota sulla quale dovevi ricreare o ideare da zero, il logo del birrificio Vetra. Ovviamente bisognava dare libero sfogo alla fantasia ma sopratutto al proprio estro artistico. Le mie abilità di disegno sono da sempre, prossime allo zero, pertanto mi sono limitato a ridisegnare il logo con colori diversi. Una volta terminata la creazione, avevi diritto ad una consumazione targata Vetra.
Qui c'è un bel report fotografico delle 319 etichette create nel weekend del Fuorisalone!

venerdì 14 aprile 2017

Cigar City - Vanilla Hazelnut Marshal Zhukov's Imperial Stout

Approda sul blog la Marshal Zhukov's, russian imperial stout dedicata a Georgij Žukov, il generale sovietico che ha guidato l'esercito di Stalin! 

Non è la prima volta che una imperial stout prende il nome da figure legate alla Russia; del resto è la storicità dello stile che ha permesso agli uffici marketing dei birrifici, di legare questi prodotti all'Unione Sovietica. Dagli omaggi a zar e zarine, agli eroi dell'aviazione (la Igor's Dream di Two Roads), fino alle figure mistiche tipo Rasputin, al quale sono state dedicate moltissime birre, fra cui questa.
Cigar City - Vanilla Hazelnut Marshal Zhukov's Imperial Stout birra diario birroso blog birra artigianale

Georgij Konstantinovič Žukov considerato tra i migliori generali della Seconda guerra mondiale, è stato definito come il "generale che non ha mai perduto una battaglia" e i soldati che combatterono sotto il suo comando lo ribattezzarono "Spasitél", il salvatore, e anche "Ariete", "Uragano", "Invincibile". (fonte

A lui Cigar City Brewing, birrificio di Tampa, in Florida, dedica una delle sue birre più rappresentative, la Marshal Zhukov appunto, inserendo la sua immagine persino in etichetta!
Pur avendo nella mia wishlist la versione base di questa birra, non ho potuto esimermi da cercare ed acquistare una delle varianti sul tema. Ratebeer ne conta ben sedici, compresa quella che mi sono trovato io fra le mani,con aggiunta di vaniglia e nocciole che ha visto la luce a fine 2016.

Considerati fra i migliori produttori americani di imperial stout, annualmente organizzano un mega festival per il rilascio della birra che ha fatto maggiormente le loro fortune, la  Hunahpu's Imperial Stout. Lo scorso 17 marzo si è svolto l'ottava edizione del Hunahpu’s Day con questa lista impressionante di birrifici, di cui uno solo italiano, il giovane Cr/Ak.
La storia di Cigar City parte nel 2009 ad opera di Joey Redner, figlio di Joe, padrone di uno strip club di Tampa e figura fondamentale nel mondo della lap dance. La storia del birrificio e del suo fondatore potete leggerla qui, io mi concentrerò su una vicenda che li ha coinvolti di recente.
Circa un anno fa infatti Cigar City, come spesso è accaduto e sta accadendo, fu individuato come target d'acquisizione da parte delle multinazionali della birra industriale. Il fabbisogno economico-finanziario e la voglia di espandersi maggiormente purtroppo, spesso, sono la molla che fa scattare la scelta di vendersi all'industria. Fortunatamente le cose non vanno sempre così e Cigar City fa saltare l'accordo con Ab InBev e viene acquisito da Oskar Blues, un altro birrificio craft.
I numeri che girano hanno dell'incredibile (circa 60 milioni di dollari) e ci forniscono una cartina tornasole sulla grandezza del movimento craft americano. Assurdo in Italia non solo pensare che un birrificio artigianale possa acquistarne un altro, ma sopratutto a quelle cifre. Un mondo davvero a parte, lontano anni luce dalle dinamiche nazionali e del Vecchio Continente.

mercoledì 12 aprile 2017

Milano artigianale. Parte I: Sloan Square e Birrificio Lambrate

Appena tornato dal mio breve ma intenso beertour a Milano, con tanti posti visitati e buone birre bevute; ecco il mio resoconto!

Se seguite la pagina Facebook del blog, vi sarete sicuramente accorti che ho trascorso il weekend passato in giro a Milano...naturalmente a visitare locali e bere buona birra artigianale.
Per non appesantire troppo il racconto ho deciso di dividerlo in diversi episodi, che idealmente corrispondono all'ordine cronologico delle visite e delle bevute.

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Sono arrivato a Milano giovedì pomeriggio e ancora carico di bagagli mi sono fiondato in metro e ho raggiunto la fermata Cadorna; mi sono così fiondato allo Sloan Square. Io e il mio amico avevamo calcolato perfettamente i tempi e siamo giunti al locale in orario di apertura per occupare una seduta comoda, e goderci al meglio le birre presenti.
Il locale è strutturato su due piani, con 24 vie al piano superiore (di cui 12 hand pump) e altre 12 vie al piano sottostante dove si svolgono periodicamente concerti ed eventi musicali. Nel naso non vi bastassero le birre spillate, dietro al bancone del piano principale vi è un enorme muro pieno di frigoriferi con oltre 400 referenze, dalle più diffuse (molte BrewDog ad esempio) a quelle più rare (The Lost Abbey, Alaskan e via discorrendo).