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lunedì 15 febbraio 2016

Extraomnes - Synesthesia

Di Schigi (al secolo Luigi D'Amelio) e delle sue meravigliose creazioni vi ho già parlato in diverse occasioniIl suo progetto fu raccontato da queste pagine con la sua birra più rappresentativa, la Zest, che è anche una delle mie birre italiane preferite in assoluto.

Dici Extraomnes e subito ti viene in mente la mano belga che connota le sue maggiori produzioni. Del resto si è guadagnato la palma di Birraio dell'Anno nel 2013 sopratutto grazie alle sue interpretazioni di stili storici belgi in chiave decisamente moderna.
Negli ultimi due anni però, da Marnate hanno voluto cimentarsi in birre decisamente fuori dai territori spiccatamente belgi. Sono arrivate ad esempio una american pale ale, la Yanqui, e una particolarissima old ale, la Dram. Accanto ad un ritorno al primo amore Belgio, avvenuto con la Bière de Garde (che è l'unico stile di birra francese, tipico della zona nord al confine con il Belgio) che ancora non riesco ad intercettare nella preistoria birrosa (leggere uno sfogo qui) dove affannosamente sguazzo per buona parte dell'anno, a fine dicembre è arrivata una imperial stout prodotta con caffè e passata in botti ex-barolo.
In verità una imperial stout al caffè in casa Extraomnes già esiste,e non potrebbe essere altrimenti visto che il birrificio si trova all'interno della torrefazione El Mundo, ed è la Donker.

L'etichetta psichedelica lascia intravedere il simbolo incontrastato del birrificio, il cinerco dell'Etna.
Unica variazione sul tema a tinte bianconere (che non posso non apprezzare vista la mia smodata passione per la Vecchia Signora), il guinzaglio rosso presente ormai in tutte le etichette targate Extraomnes.

Allora stappiamola questa Synesthesia e ammiriamola nel baloon, nera con riflessi che rimandano ai chicchi di caffè, ha una cremosa schiuma color nocciola di buona persistenza. Il naso mischia eleganza e complessità.
Abbiamo caffè d'orzo, cioccolato fondente, caffè in grani in prima battuta. Poi si iniziano a scorgere elementi del passaggio in botte, una suggestione vinosa, legno bagnato, frutta (ciliegia) sotto spirito.
In bocca regala la stessa girandola di emozioni avvertite al naso, adagiate su un corpo pieno e una carbonazione contenuta. Il finale è lungamente amaro e regala scorci di vaniglia e una sensazione di calore diffusa data dalla imponente gradazione alcolica che, come svelato dal birrificio stesso, riprende la successione di Fibonacci (12,3°).

Sul collare del cane in etichetta compare, come sempre, la locuzione latina licet insanire, e direi che con la Synesthesia letteralmente si esce da sè stessi.
Birra memorabile, decisamente adatta, a mio avviso, all'invecchiamento. Ho pertanto abbandonato qualche bottiglia in cantina per degustarla fra qualche annetto.
Cheers!

GIUDIZIO PERSONALE

2 commenti:

  1. La Biere de Garde è uno stile Francese non Belga

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  2. hai ragione. è una frase che lascia spazio a male interpretazioni. Intendevo l'amore verso produzioni storiche della zona di confine fra Francia e appunto Belgio.

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