Il colosso belga Ab-InBev acquista il 100% del birrificio artigianale italiano Birra del Borgo.
Quali scenari di cambiamenti si aprono nell'Italia artigianale?
E' stata la notizia più commentata delle ultime ore (fra i miei contatt è stata anche più importante della scomparsa di Prince), da quando venerdi in anteprima nazionale Andrea Turco sul suo Cronache di Birra ha dato la notizia della cessione del birrificio Birra del Borgo al colosso Ab-Inbev.
Del resto c'era da aspettarselo, come vi scrissi a novembre il tessuto della birra artigianale italiana avrebbe retto solamente qualche altro anno ancora. In realtà le cose hanno subito una brusca accellerata e la mia previsione si è rivelata fin troppo moderata. Da venerdì uno dei birrifici storici dell'Italia artigianale è passato sotto il controllo della multinazionale del settore birra industriale.
Come si legge nel comunicato ufficiale questa collaborazione (viene definita così) "darà a Birra del Borgo, uno dei più grandi produttori di birra artigianale in Italia, un'occasione unica per avviare gli investimenti necessari a favorirne lo sviluppo pur continuando a gestire autonomamente la propria attività e a definire le linee di crescita del brand. AB InBev fornirà il supporto necessario per consentire a Birra del Borgo di ampliare il suo know how e le infrastrutture, di continuare a innovare e creare nuove produzioni. Il fondatore, Leonardo Di Vincenzo continuerà a guidare Birra del Borgo come Amministratore Delegato della società.".
Al netto degli intenti messi nero su bianco nel comunicato stampa, è innegabile che le cose fra gli appassionati di birra nostrani cambiano eccome. Una notiza del genere, oltre ad essere un fulmine a ciel sereno, apre nuove scenari che prima forse immaginavamo soltanto.
Cerco di chiarire subito una cosa; un'acquisizione di questo tipo vuol dire una sola cosa: la birra artigianale italiana è salita talmente alla ribalta da aver attirato le attenzioni dei pesci grossi dell'industria birraria. E questo io lo leggo come una vittoria per chi dopo anni di sacrifici e investimenti, ha dedicato la propria vita in un progetto che anni fa era altamente rischioso. Per questo motivo io non mi schiero assolutamente nelle fazioni che rimproverano Leonardo Di Vincenzo per aver venduto la sua creatura all'industria! Del resto leggendo in giro e parlando in questi anni con diversi birrai, mi sono fatto un'idea ben precisa: c'è una parte di loro disposta a sacrificare il lato romantico per qualcosa di più economicamente solido. Nulla di più giusto. Non mi risulta infatti che in Italia esista un birrificio no profit che ha iniziato a produrre per il solo scopo di dissetare gli italiani gratis. Siamo seri! Bussiness is bussiness! E la birra artigianale lo è!
Ma questo non è il modo in cui intendo io la birra artigianale! Non è questo il mondo che mi ha rapito anni fa! E vi spiego perchè...