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martedì 17 gennaio 2017

Degustazioni random #5:Hoppin'Frog-Rocky Mountain BORIS, Tempest- Mexicake, Brewfist - La Trinidad El Pedro

Prima degustazione dell'anno in quel di Amarillo 34 a Foggia. Stappate tre chicche niente male per iniziare il 2017 in maniera ottimale!

Anno nuove, abitudini di sempre.
Non siamo mai domi quando si tratta di organizzare degustazioni di nuove birre! E così per iniziare l'anno allo stesso modo in cui avevamo lasciato il vecchio, ci siamo ritrovati da Amarillo34 per un'altra grande serata di tasting e sharing!

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Stavolta non avevamo molto tempo a disposizione quindi ci siamo concentrati "solo" su tre birre ma di livello e grado alcolico importante.
Dopo il consueto giro di pils targata Elch Brau, eccoci subito a stappare uno degli ultimi arrivi nella mia cantina personale. Manco volessi applicare un perfetto LIFO, contabilità alla mano, ecco subito uscire dai meandri della mia riserva una delle ultime release di Hoppin' Frog, il birrificio dell'Ohio maestro nelle imperial stout e nelle varie declinazioni barrel aged.
Fra i cavalli di battaglia del birrificio c'è la B.O.R.I.S. The Crusher, una delle loro innumerevoli imperial stout che ha fatto incetta di premi a vari concorsi. Dalla versione di base di questa oatmeal imperial stout, che assaggiai diversi anni fa rimanendo davvero colpito, ne sono uscite versioni di ogni sorta, invecchiate in botti oppure con aggiunte varie ed eventuali. Anche questa volta è il sito RateBeer a fornirci l'elenco completo della dinastia B.O.R.I.S..


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Rocky Mountain B.O.R.I.S. The Crusher
Il 7 maggio scorso arriva sul mercato la Rocky Mountain B.O.R.I.S. The Crusher, la versione della basica B.O.R.I.S. passata in botti di whisky provenienti dal Colorado. Nerissima nel bicchiere, forma una schiuma densa e compatta di colore marroncino di buona persistenza. Impeccabile nell'aspetto invoglia subito l'assaggio, anche perchè al naso si pregustano già le caratteristiche di questa birra. C'è chiaramente molto caffè e malto tostato, poi l'eleganza della vaniglia, del legno e della frutta scura essiccata (datteri). Mi tuffo allora nella bevuta e scopro una birra docile con una morbidezza al palato davvero senza eguali. Poco carbonata, ha una consistenza viscosa e vellutata. La sensazione palatale è sorprendente! L'eleganza avvertita al naso si ripropone in bocca con gli elementi dei malti tostati (caffè, orzo tostato, cioccolato fondente) si fondono con le eleganti note del legno, della vaniglia e bourbon. Un lieve accenno di liquirizia sul finale di bevuta emerge assieme ad un tepore etilico che ci ricorda che abbiamo davanti comunque una birra di 9,4°! Magistrale interpretazione! Ha un costo importante ma prendendola in compagnia ne vale davvero la pena!

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Mexicake
Si sale di gradazione e si cambiano le carte in tavola. Si torna in Europa, in Scozia precisamente e si vola da Tempest che fa ufficialmente il suo debutto su questo blog! Le produzioni del birrificio scozzese capeggiato da Gavin Meiklejohn finalmente si iniziano a trovare con costanza anche dalle mie parti. Dico finalmente perchè le birre Tempest che ho avuto modo di provare sono davvero notevoli e meritano spazio a mio avviso. Non fa eccezione questa Mexicake che segue il filone americano delle imperial stout prodotte con aggiunta di peperoncino, tipo la Mexican Cake di Westbrook di cui vi parlai in questa occasione o la Liquid Confidence di To Ol raccontata qui. La ricetta di questa "bestiolina" nera viene simpaticamente riportata in etichetta e prevede malti Golden Promise, Chocolate, Roasted, Caramel, Oats, Munich, luppoli nordamericani , aggiunte di cacao, baccelli di vaniglia, cannella e ben due varietà di peperoncino: Mulato e Chipotle. Il risultato è una birra di ben 11 gradi, nerissima con una compatta schiuma marroncina molto persistente! Al naso molto elegante, pulita e complessa. Convivono benissimo l'anima tostata del caffè e dell'orzo con quella speziata, della vaniglia e della cannella. In bocca esce fuori quasi subito una nota che mi rimanda la mente al cocco  seguito dalla cannella e dalla polvere di cacao amaro. La carbonatazione è soft e il corpo si può collocare fra il medio e il pieno. L'apporto del peperoncino arriva eccome, con note affumicate e lieve sensazione di piccante che resta anche dopo la bevuta amplificato anche dall'apporto alcolico. Molto ben fatta.

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La Trinidad El Pedro
Decidiamo di chiudere la serata con un possente barley wine che ha riposato per un anno in botti Pedro Ximenez. Siamo in Italia stavolta, a Codogno e siamo di fronte a La Trinidad El Pedro prodotta dai ragazzi di Brewfist nel loro programma di invecchiamento in botti! La ricetta di questa particolare produzione prevede un solo malto, il Maris Otter, e un solo luppolo, l'East Kent Golding. Come detto poi la birra viene lasciata per un anno in botti di sherry Pedro Ximenez. Di colore bruno intenso con riflessi rame, forma una schiuma abbastanza evanescente e di colore bianco sporco. Intense note di caramello, legno, miele e un accenno di cannella. Già al naso la statura alcolica (13,8°) fa mostra di sè senza fare sconti. In bocca non si presenta con un corpo che ti aspetteresti da una birra così alcolica, corpo medio quindi con poche bollicine e una consistenza quasi oleosa. La bevuta presenta tutti gli elementi avvertiti al naso, con fichi secchi, mandorle e un nota vinosa appena accennata. La potenza alcolica si prende tutto il finale, riscaldando e asciugando il palato. Birra molto interessante ed ottima per la condivisione in più persone (noi eravamo in tre). Nel caso vogliate intraprendere l'avventura gustativa in solitaria, siate consapevoli che è una birra che vi farà compagnia per una serata intera magari leggendo un buon libro.

Ancora una bella serata quindi; birre, chiacchiere, confronti e solito clima godereccio.
Cheers!




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