Diritto d'autore..questo sconosciuto
Carissimo visitatore, sono felice che la tua passione birrosa ti abbia portato su questo portale.
Augurandoti una buona navigazione, ti avverto, tuttavia, che è severamente vietato effettuare il "copia ed incolla" di un articolo o parti di esso.
Di fronte a tali comportamenti,privi di citazione, sarò costretto ad agire per vie legali contro coloro che non rispettano il sacro diritto d'autore..birrai e fruitori.

Translate

no copia/incolla

martedì 14 luglio 2015

St. Bernardus - Wit (per la rubrica StagioniAMO)

Bene bene, anche luglio sta proseguendo a spron battuto la sua corsa e ci sta regalando giornate torride come non accadeva da diversi anni, con buona pace di chi come me è ancora parecchio lontano dalle meritate ferie!
Fortunatamente con queste temperature ci si può sfiziare in cucina creando ricette fresche ma gustose.
Ed è  il caso della rubrica StagioniAMO. L'ingrediente del mese è la menta e il primo piatto è servito da Federica di Caffè Babilonia.
Penne integrali con pesto di menta con fagiolini e melone è la sua creazione!
Vediamo cosa pesco dal frigo stavolta....

BIRRIFICIO: St. Bernardus Brouwerji
BIRRA: Wit
STILE: Blanche/ Witbier
GRADO ALCOLICO: 5.5% alc.
TEMPERATURA DI SERVIZIO: 6°-7°
RANGE PREZZO: 2.00 €-3.20 €


Cenni storici
La storia del birrificio di Watou ve l'ho già raccontata in questo articolo, ironia del destino primo appuntamento con la collaborazione con la rubrica StagioniAMO.
Vi parlerò quindi brevemente dello stile di riferimento di questa birra (che è lo stesso della Bianca Piperita dell'antipasto).
Oggi le blanche sono uno degli stili di birra più conosciuti anche ai non appassionati. Il loro inconfondibile colore lattiginoso e la loro facilità di bevuta rendono questo stile uno dei più
Pierre Celis
apprezzati sopratutto dal pubblico femminile. Non sempre le cose sono andate così e abbiamo seriamente rischiato di perdere questa gemma brassicola. Nel Brabante Fiammingo, precisamente nel villaggio di Hoegaarden attorno al 1700 vi erano oltre 35 birrifici, numero elevatissimo se si considera il numero di abitanti del villaggio (circa 2000). Con lo scoppio della Rivoluzione Francese e il crescente successo delle pils tedesche molti birrifici chiusero e il numero si ridusse drasticamente a 2. Loriens cedette alle lusinghe delle multinazionali e iniziò a produrre pils, mentre Tomsin, l'altro birrificio superstite, consegnò la propria attrezzatura ad un museo. Di fatto con la dismissione del suo birrificio le witbier (birre bianche in fiammingo) erano destinate a scomparire. L'opera di restaurazione e rinvigorimento di questo stile avvenne ad opera di Pierre Celis che ben aveva osservato da vicino la produzione nel birrificio di Tomsin. Negli anni Settanta quindi aprì la Brasserie Celis che però andò distrutta in un incendio nel 1985. Pierre non aveva i soldi necessari per tornare in corsa quindi vendette la sua creatura all'attuale colosso InBev. Egli tornò al suo paese, in Texas e cominciò di nuovo a produrre la sua blanche, birra di cui era veramente innamorato. Nei primi anni del 2000 i mastri birrai Hans Depypere e Tom Vanoverbeke della Brouwerij St. Bernardus contattarono Celis per avere suggerimenti sulla produzione di una witbier. Ecco allora la firma del padre di questo stile sulla Wit di St. Bernardus che può essere considerata l'esempio più vicino alle storiche birre prodotte per anni nella zona di Hoegaarden.

La birra
Aspetto opalescente ed aranciato forma un cappello di schiuma non molto abbondante ma bianco, cremoso e persistente. Buccia d'arancia, pepe e qualche accenno di coriandolo si fanno largo di primo acchito quando ci si avvicina al bicchiere. In sottofondo arriva la piacevole nota acidula del frumento. L'ingresso in bocca è di crackers con un corpo snello e una buona carbonazione in perfetta armonia con lo stile. Una spruzzata di erba tagliata e le note speziate rendono il passaggio in bocca quasi agrodolce per poi terminare in maniera elegante in toni agrumati, di arancia amara. Termina secca e ripulente grazie all'apporto acidulo del frumento e una fresca nota erbacea. Nonostante non sia un amante dello stile di riferimento, è una birra che preferisco sempre alle sue sorelle.

L'abbinamento
Nonostante anche l'antipasto sia stato accompagnato da una birra dello stesso stile, ho voluto proseguire il percorso gustativo con una birra simile ma per certi versi diametralmente opposta alla prima. Il piatto è fresco e prettamente estivo. Occorreva quindi una birra con altrettante caratteristiche. La speziatura va a contrapporsi al pesto e la nota acidula e ripulente del frumento si sposa benissimo con le penne integrali. La scorza d'arancia amara va ad impreziosire l'apporto dolce ed esotico del melone rinfrescando il palato.

Cheers!

(immagini tratte del web)

Nessun commento:

Posta un commento