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martedì 1 marzo 2016

Assaggi di Cromarty Brewing Co.

Siamo nella meravigliosa Scozia, precisamente nell'estremità nord-orientale della penisola Black Isle.
Qui sorge un villaggio di circa 700 anime che può vantare di avere un birrificio omonimo: Cromarty.
A fine 2011 infatti, Craig Middleton, dopo aver fatto esperienze presso diversi birrifici fra cui la Odell Brewing in Colorado, decide di tornare in patria per aprire un proprio birrificio.
Con l'aiuto dei genitori inizia a mettere in piedi il suo progetto nella primavera del 2011 con l'intento di creare birre semplici ma di carattere, con un occhio di riguardo verso la scena americana che tanto gli aveva donato in termini di esperienza brassicola.


La contea di Cromartyshire sin dalla metà del 1700 era famosa in tutta la Scozia per la produzione dell'orzo che era spesso destinato alla fabbricazione della birra, sia a livello nazionale sia come esportazioni verso la Gran Bretagna. L'attuale edificio in cui sorge la Cromarty Brewing Co. fu fondato nel 1790 da George ed Alexander Ross. La produzione della birra andò avanti per diverse decadi fino a quando difficoltà finanziarie costrinsero i proprietari alla definitiva chiusura nel 1850.


Una buona selezione delle produzioni di Cromarty è da poco arrivata in Italia, così nelle ultime settimane, come spesso accade, assieme ad amici abbiamo pian piano provato tutta la gamma disponibile nel nostro beershop di fiducia.

diario birroso blog birraPartiamo subito con quella che mi ha convinto meno, la Ghost Town che si presenta come una porter di buon tenore alcolico (5,8°). Assolutamente nera con schiuma di colore cappuccino di media persistenza. Naso molto delicato da cui si scorgono note di orzo tostato, caffè torrefatto e una punta di resina. In bocca ha un corpo importante e poche bollicine. Ancora orzo tostato, chicchi di caffè e un amaro finale che rimanda al pino e alla resina. Birra ben fatta ma un pò lontana dai miei gusti a causa della presenza più o meno invadente del luppolo.

La Rogue Wave è una freschissima pale ale, con netti sentori di agrumi e frutta esotica. In bocca è più gentile di quanto ci si aspetti. Brevissimo attacco di biscotto, poi arriva un freschissimo amaro (pompelmo e resina). Per me la migliore delle provate.
Mi ha sorpreso molto positivamente anche la Red Rocker, una red ale che prevede l'utilizzo della segale. Molto piacevole, con una base di malto molto solida su cui si collocano i sentori citrici dati dal mix di luppoli utilizzato (Summit, Columbus, Cascade, Nelson Sauvin).
La Aka IPA è stata un'altra bella sorpresa. Buon corpo e buon tenore alcolico (6,7°). Anche l'apporto amaro è ben deciso e regala sentori di melone e papaya.
La Brewed Awakening rientra nella linea delle birre occasionali. Si tratta di una intensa stout realizzata con caffè di qualità Arabica proveniente dalla Artysans Coffee Shop. Nel bicchiere ci troviamo una birra con nettissime note di caffè, in grani ma anche sentori che rimandano proprio ad una bella tazza di caffè fatto con la moka. Finale lungo ed amaro.
Simcoe, Chinook, Columbus sono i luppoli utilizzati per la black ipa della casa, la Black Hop Down. Birra che al naso regala fresche sensazioni di luppolo mentre in bocca perde un pò questa vena per sconfinare in territori torrefatti.

Come sempre accade, dopo una serie di assaggi di un birrificio, inizio a farmi un'idea molto più precisa sul lavoro che c'è dietro le produzioni. In questo caso ci troviamo di fronte ad una bella realtà con una gamma di birre ampia e ben realizzata.
Se avete modo di trovarle sugli scaffali dei vostri beershop, vale la pena un assaggio.
O le avete già provate?
Cheers!

(immagini senza fonte tratte dal web)

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