Diritto d'autore..questo sconosciuto
Carissimo visitatore, sono felice che la tua passione birrosa ti abbia portato su questo portale.
Augurandoti una buona navigazione, ti avverto, tuttavia, che è severamente vietato effettuare il "copia ed incolla" di un articolo o parti di esso.
Di fronte a tali comportamenti,privi di citazione, sarò costretto ad agire per vie legali contro coloro che non rispettano il sacro diritto d'autore..birrai e fruitori.

Translate

no copia/incolla

giovedì 19 novembre 2015

Drink Moor Beer!

Siamo a Bristol, nella contea di Somerset, nella parte sud-ovest dell'Inghilterra.
Qui sorge uno dei birrifici inglesi più interessanti e solidi, che hanno contribuito alla new wave brassicola inglese lasciando spazio anche alla tradizione.
L'avventura inizia nel 1996 ad opera di Freddy Walker che avvia il progetto Moor in un vecchio caseificio. Le birre prodotte hanno un immediato successo e iniziano a vincere numerosi premi nei concorsi nazionali ma questo non basta a far entrare in crisi il birrificio che viene rilevato nel 2007 dai californiani Maryann e Justin Hawke.




Justin dopo aver conseguito nel 1993 la laurea a West Point ha iniziato a viaggiare per il mondo facendosi travolgere dai vari stili di birra dei paesi visitati. Quella della buona birra è una passione tramandata da suo padre che sin da piccolo, racconta lo stesso Justin, gli parlava dei diversi stili di birra esistenti. Justin iniziò a mettere le mani su malti e luppoli appena terminato l'obbligo militare. Nel 1997 si trasferisce in Inghilterra con l'idea fissa di aprire un proprio birrificio, cosa che avviene dieci anni più tardi.
Le birre Moor sono meravigliosi esempi di equilibrio e beverinità e riescono a coniugare la tradizione inglese con una ventata di novità provenienti sopratutto dall'America.

La singolare scelta delle bottiglie da 66 cl è una precisa indicazione del birraio, per il quale al formato da 50 cl manca quel poco di birra in più per soddisfare del tutto la sete.
Le birre Moor sono importate regolarmente in Italia già da qualche anno e da qualche mese sono disponibili anche le nuovissime lattine, che hanno un prezzo certamente più consono per il tipo di birra prodotta da Moor, ossia da bere a secchi.

Due sono le linee di prodotti che formano attualmente un ampissimo portafoglio di oltre 20 birre.
Spendo qualche parola su alcune delle loro birre.

La Hoppiness è un trionfo di freschezza. Una bomba di luppolo che nella deflagrazione termina su una base dolce di biscotto che la rende unica. Nonostante il grado alcolico di 6,7% il suo punto di forza è la facilità di bevuta. Provatela e la ricercherete sempre. Ci metto la mano sul fuoco.

Le due golden ale con l'occhio verso gli States e la Nuova Zelanda rispondono al nome di Nor'Hop e So'Hop. Gradazione alcolica contenuta (4.1°), buona carbonazione e spiccate note di luppolo che poggiano su pennellate mielate.

La Raw è la versione luppolata della Merlins Magic, una delle prime birre con cui ho conosciuto il birrificio. E' l'incarnazione moderna della bitter inglese, con una luppolatura più pronunciata ma mai invadente.

Old Freddy Porter, la mia birra preferita di Moor. Una deliziosa interpretazione delle old ale, inserita da Roger Protz fra le 300 birre da bere prima di morire. Caramello, cioccolato, cacao amaro e caffè, e ancora arancia candita.

Delle release limited edition ho bevuto fra le altre la Fusion, edizione 2013.Anche questa è una old ale ma ha riposato in botti provenienti dalla Somerset Cider Brandy Company. Una birra che mi ha convinto poco in verità e di cui sono rimasto deluso visto che anche il costo elevato della bottiglia. Ad un naso interessante dove si passano in rassegna dalla vaniglia ad alcune punte acidule, non corrisponde un intensità simile in bocca dove si presenta piuttosto slegata, quasi incompiuta.

Insomma è un birrificio molto molto interessante, che io adoro in maniera particolare. Se vi capita l'occasione quindi non esitate a prendere le birre da loro prodotte.

E voi conoscevate Moor? Avete bevuto qualcosa?
Cheers!

Nessun commento:

Posta un commento