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mercoledì 7 dicembre 2016

Amager/Jameson - Green, Green Banshee

Torna sul blog il birrificio di Kastrup, Danimarca, con una potente imperial stout passata in botti provenienti dalla famosa distilleria irlandese Jameson!

Il Jameson è uno dei whisky irlandesi più famosi e più conosciuti. Viene prodotto nella cittadina di Midleton, nella contea di Cork. Qui potete leggere la storia di questa distilleria, che nacque attorno al 1780 ad opera di un facoltoso uomo di affari scozzese, John Jameson. Fu una delle prime distillerie irlandesi a produrre whisky con la tecnica della tripla distillazione (qui trovate qualche info in più).
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Del birrificio Amager Brygus invece vi ho parlato moltissime volte; seguite questo tag e troverete tutte le birre ospitate dal mio blog.
Senza dubbio è uno dei birrifici più prolifici danesi e non solo, e senza dubbio come costanza produttiva lo colloco fra i top del Vecchio Continente. Se non si è capito, il modo di fare birra di questi danesi mi intriga parecchio e nel mare magnum delle loro produzioni escono spesso birre davvero notevoli a mio avviso.
Mi ha incuriosito molto questa Green, Green Banshee prodotta in collaborazione con la famosa distilleria irlandese Jameson. La birra di partenza è una potente imperial stout che riposa per una parte  4 mesi in botti di rovere americano ex bourbon e per un'altra in botti ex sherry Oloroso per lo stesso periodo di tempo. Entrambe le botti hanno ospitato il whisky targato Jameson ovviamente- Alla fine del processo di invecchiamento in botti, così come avviene per il whisky irlandese, i contenuti delle botti vengono blendati e viene creata un'unica massa liquida che altro non è che questa Green, Green Banshee.


Non meno interessante invece è il nome e la raffigurazione che troviamo in etichetta.
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Si pesca nella mitologia irlandese quando si parla di Banshee, una figura leggendaria anche nella cultura scozzese.
Si tratta di uno spirito che ha sembianze femminili con capelli fluttuanti e delle vesti verdi adornate da una mantella grigia. Occhi perennemente arrossati dal pianto  e nome che letteralmente significa "donna delle fate", viene annoverata negli spiriti maligni ma diverse teorie relegano la figura delle Banshee a semplici spiriti che si aggirano attorno a paludi e colline. Le banshee sono legate ad alcune famiglie e quando uno dei componenti di questo nucleo familiare muore, o è in procinto di morire, esse piangono e si disperano. Le leggende infatti narrano, che le banshee si mostrano solo agli umani che sono in procinto di morire, come avvenne per Aibhill, la banshee più famosa che apparve a Brian Boru la sera prima della battaglia di Clontarf dove il sovrano irlandese trovò la morte.

Dopo questo lungo incipit andiamo a stappare questa collaborazione. Il bicchiere si tinge di un colore nero scurissimo, impenetrabile, sormontato da una ricca schiuma color nocciola, cremosa e di ottima persistenza. L'aspetto impeccabile invoglia subito ad avvicinare il baloon al naso, dove troviamo un intensa nota di caffè, di tortino al cioccolato imbevuto di alcol, di orzo tostato. Intensità elevata e pulizia olfattiva abbastanza buona. L'olfatto, quando la birra si riscalda, ha ancora qualcosa da dire. Ci parla di prugna secca, di legno bagnato, di un accenno di vaniglia e una nota che mi ha ricordato l'anice. Grande complessità!

In bocca si avvia docile, con una carbonatazione bassa, un corpo pieno e una consistenza oleosa. Il benvenuto in bocca è dolce, rimanda al miele e al caramello, ma non scivola nella stucchevolezza perché subito puntellato e sostenuto da una solidissima base di caffè e cioccolato fondente, di malto tostato e di caffè d'orzo. Ritorna il legno, i frutti rossi sotto spirito e reminiscenze di tabacco. Chiude con una nota alcolica evidente che riscalda il palato e lo asciuga dopo l'opulenza della bevuta. La Green, Green Banshee è una birra da gustare con grande calma, seduti in poltrona, magari in accompagnamento a un buon cioccolato fondente (dire oltre il 75%) oppure ad un buon sigaro. Compagna ideale per un freddo dopo cena di dicembre.
Cheers!

GIUDIZIO PERSONALE



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