Diritto d'autore..questo sconosciuto
Carissimo visitatore, sono felice che la tua passione birrosa ti abbia portato su questo portale.
Augurandoti una buona navigazione, ti avverto, tuttavia, che è severamente vietato effettuare il "copia ed incolla" di un articolo o parti di esso.
Di fronte a tali comportamenti,privi di citazione, sarò costretto ad agire per vie legali contro coloro che non rispettano il sacro diritto d'autore..birrai e fruitori.

Translate

no copia/incolla

martedì 14 marzo 2017

Cosa e dove ho bevuto durante la Settimana della Birra Artigianale 2017

Settimana della Birra Artigianale, ormai una piacevole istituzione per l'Italia brassicola; impossibile quindi non prendere parte a questa grande festa ed approfittare per bere qualcosa!

Da sette anni l'Italia artigianale attende tutto l'anno la settimana più birrosa per festeggiare ed onorare la sacra bevanda che tanto ci appassiona! L'idea e l'intuizione di Andrea Turco di Cronache di Birra è stata molto semplice ma efficace: riunire tutta l'Italia brassicola in un unico grande bancone lungo una settimana intera. Prendere parte a questa grande festa è semplicissimo: avere voglia di bere buona birra e divertirsi! Nel corso degli anni gli aderenti sono aumentati in maniera esponenziale e ormai trovare un locale che non aderisca a questa iniziativa diventa davvero un arduo compito. Merito quindi della coinvolgente organizzazione che di anno in anno ha attirato un numero sempre maggiore fra appassionati e locali.

Io prendo parte a questa festa dagli albori, e da quando ho fondato Diario Birroso, ne approfitto per raccontarvi le mie scorribande durante questa settimana, qui e qui trovate i resoconti dei due anni precedenti.
Non posso non partire dall'unico locale di Foggia che ha aderito alla Settimana della Birra Artigianale: lo Zapoj! Da qualche anno infatti è uno dei pochissimi pub della mia zona che ha deciso di puntare molto sulla buona birra abbinata ad un'eccellente cucina che si colloca a metà fra il classico pub e una braceria di livello. Ad un impianto di spine a sei vie con un paio di queste che variano quasi mensilmente, offre anche una studiata selezione di bottiglie che viene aggiornata a seconda delle novità. Quella che ha inaugurato questa settimana è stata la doppietta Hammer, la Spring e la Wave Runner, di cui vi ho rispettivamente parlato in questo e quest'altro articolo. Se mi seguite da un pò, avrete certamente letto le mie lamentele riguardo all'arretratezza in fatto di birra artigianale del mio territorio; quindi mi crederete se considero una grande conquista trovare in un pub alcune referenze di Hammer, uno dei birrifici più importanti d'Italia!

Come avrete letto sulla pagina Facebook del blog, tuttavia la birra che ha inaugurato la mia settimana è stata la Stonehenge di Lariano, una profumata e morbidissima rye IPA con note fruttate e citriche e qualche suggestione di balsamica! Ancora una birra fresca e luppolata e ancora a firma di Lariano; con amici abbiamo stappato la Vergött, una delicata white IPA che coniuga note speziate ed acidule tipiche delle witbier, e sentori agrumati, di arancia amara e lime.
Una delle birre più strane che ho incrociato in questi giorni è senza dubbio la Heavy Water di Bearvertown, birrificio inglese mai banale, di cui ho assaggiato ottime cose ma anche produzioni poco riuscite secondo i miei gusti. La lattina di Heavy Water, curatissime come da copione, recita inequivocabilmente sour cherry and sea salt imperial stout.  Smaltito lo sbigottimento iniziale decisamente studiato dall'attivissimo reparto marketing del birrificio londinese, mi trovo di fronte una birra nera come la pece, con una ricca schiuma cappuccino. Il naso è un mix di note tostate e sentori aspri di frutta a bacche rosse. In bocca ricalca quanto avvertito al naso riuscendo ad essere equilibrata e gradevole nonostante gli elementi in gioco siano così particolari. Non semplicissima da bere, anche per i suoi nove gradi alcolici, ma sicuramente una birra da provare.


Stappando e bevendo siamo giunti a sabato. Ci siamo ritrovati con i soliti amici da Amarillo34 dove, dopo svariate pinte di  Statale 52 del solito Lariano, abbiamo onorato il Péché Day 2017, evento a carattere internazionale ideato dal birrificio canadese Dieu Du Ciel! per presentare la loro birra più rappresentativa, la Péché  Mortel, in varie versioni. In Italia l'unico locale che ha aderito a questa interessante iniziativa è stato il FOB di Rimini. Noi non avendo a disposizione i fusti delle release speciali, ci siamo accontentati della Péché Mortel base, una delle mie imperial stout preferite. Qui trovate le impressioni in maniera molto dettagliata.
La serata prende così una deriva alcolica importante e decido quindi di tirare fuori un esemplare di Cafè Boris The Crusher di Hoppin' Frog, proveniente dalla mia cantina. I livelli toccati con la Péché  Mortel sono raggiunti se non superati con questa morbidissima imperial stout prodotta con caffè proveniente dalla Hippie Coffee Company! C'è ovviamente tanto caffè, in ogni forma, chicchi e appena macinato, su una morbida base di malti tostati che ne accentua le sfumature. Poche bollicine, corpo pieno per una delle birre più buone del weekend.

Se pensate che dopo i fumi alcolici la mia Settimana della Birra si sia conclusa così, siete fuori strada. La domenica mattina infatti mi sono messo in viaggio alla volta di Roma, la capitale della buona birra in Italia. Non potevo non aprire la mia folle domenica in Via Benedetta, al Ma Che Siete Venuti a Fà. Apro le danze con la Nerd Choice di Ritual Lab, giovane birrificio laziale di grandi prospettive. Leggera, con una base di crosta di pane su cui poggiano intense note di pompelmo e arancia rossa. La pinta evapora in poche battute, così decido di buttarmi su uno degli esperimenti del birrificio polacco Pracownia Piwa, la birra si chiama Lab.1, facendo presagire che ci sia un seguito in queste sperimentazioni. Si tratta di una grodziskie passata in botti di whisky, idea molto particolare considerando che questo stile polacco prevede una gradazione alcolica appena superiore ai 3 gradi alcolici. Lo studio dietro a questa birra è davvero interessante, avendo utilizzato, per renderla sour,
due ceppi di lievito:  lactobacillus e pediococcus. Al netto di tutte queste parole è una birra godibile, dove la delicata affumicatura si presenta maggiormente al naso, mentre al palato convivono nette note sour con una suggestione torbata. Interessante esperimento a mio avviso, e conferma del grande lavoro della scena polacca.

Mi sposto sull'Aventino per recarmi al So Good, locale di punta in zona, che offre un'attentissima selezione alle vie prediligendo, al momento della mia visita, birre italiane fra cui produzioni appena presentate. La Sorachi Disaster ad esempio, di Vento Forte, una wheat IPA dall'aspetto lattiginoso che la farebbe ricondurre alle produzioni juicy. Ma qui il lievito utilizzato è lo stesso delle west coast IPA. Il risultato è la solita bomba luppolata, con eleganti note di pompelmo, lime, melone e noce pesca e una sensazione palatale vellutata. Il fusto aveva pochi giorni di vita, la mia pinta ha resistito pochi minuti invece.
Nemmeno a farlo di proposito, il fil rouge della mia settimana è stato il Birrificio Lariano. Qui al So Good ho provato la nuovissima Ciakulli, fruit beer con aggiunta di succo di mandarino, fresca con note agrumate in grande evidenza. Perfetta per le prime giornate primaverili.
Molto buona anche la White Hops di Rurale, profumata con note di lime e citronella e una buona dose di amaro sul finale. Grande birra anche la Sweet Earth di EastSide, una brown ale davvero perfettamente in stile, equilibrata, morbida, con note di nocciola, cioccolato e cacao. Morbida al palato e con un finale leggermente amarognolo che ben si sposa con il resto della struttura. Erano anni che non bevevo una brown ale di così buona fattura, complimenti ai ragazzi di Latina quindi.

Chiudo la serata con una bottiglia di Piè Veloce Lambicus di Ca' del Brado, cantina brassicola di Bologna, che negli ultimi mesi ha fatto molto parlare di sè. Il progetto è davvero interessante e non mi sembra giusto riassumerlo in poche righe in questo articolo. Intanto potete dare un'occhiata al  loro sito, ma io sicuramente tornerò a parlare di loro non appena avrò intercettato le altre birre. L'esemplare di Piè Veloce Lambicus che i ragazzi del So Good hanno voluto condividere con me, è una brett ale, una birra dove il brettanomyces, in questo caso il ceppo Lambicus, viene fatto lavorare già in prima fermentazione. Poi la birra viene messa in botti di circa 3.000lt che precedentemente hanno ospitato il vino. La componenti funky e animale del ceppo utilizzato è ravvisabile già dall'aspetto olfattivo, ma viene equilibrata da una freschezza fruttata che rimanda all'albicocca e al limone. Birra molto rinfrescante, abbastanza secca e di grandi prospettive, così come il resto del progetto di questi ragazzi.

Beh la rassegna è terminata, come questa Settimana della Birra 2017.
Direi che ci siamo divertiti e ne abbiamo bevuto delle belle!
Ancora in alto le pinte e ci si vede il prossimo anno!

Nessun commento:

Posta un commento