Ho stappato l'esemplare 2014 di una delle birre di punta dello storico birrificio inglese Fuller's; la possente Vintage Ale.
Non potete considerarvi appassionati di birra artigianale se non conoscete e sopratutto non avete mai bevuto una birra di Fuller's!Ovviamente sto scherzando, chiarisco subito; ma sono abbastanza certo che se bevete già da qualche anno buona birra. avrete almeno sentito nominare una volta il birrificio inglese Fuller's.
Nato ufficialmente nel 1845 a Chiswick, nella parte occidentale di Londra, è uno dei birrifici inglesi più importanti. Con il passare del tempo, oltre a raccogliere numerosi premi in patria e non solo, il mercato delle birre Fuller's è cresciuto moltissimo, portando la società a gestire oltre 400 pub in tutto il Regno Unito. Capite bene che ormai da anni il birrificio londinese non viene più considerato artigianale, non tanto per le grandi dimensioni e per la diversificazione del business, è doveroso precisarlo, ma perché ha scelto di piegarsi alle logiche della pastorizzazione in alcuni casi (bottiglie).
Tuttavia ci sono ancora delle produzioni che vale la pena cercare, trovare e gustare.
Una di queste è sicuramente la Vintage Ale, una storica birra nata per la prima volta nel 1997 attorno alle festività natalizie. Da quell'anno la Vintage Ale viene prodotta solo una volta all'anno e mai più
replicata. Ogni anno la ricetta varia in relazione alla reperibilità delle migliori materie prime, assicurano dal birrificio. Sugli scaffali arriva con bottiglie da mezzo litro numerate e in una raffinata e curata scatola al cui interno vi è anche un piccolo libricino che raccoglie tutte le edizioni precedenti della birra con annesse note di degustazione.
E' una di quelle birre che si presta benissimo all'invecchiamento, e che, a mio avviso, non dovrebbe mai mancare nella cantina di un vero appassionato.
Di difficile inquadramento stilistico, per quel che serve, si muove fra le old ale e le english strong ale.
Mi appresto quindi a stappare il millesimo 2014 prodotto con un mix di luppoli composto dagli inglesi Target e Challenger e l'irladese Nortdown, bottiglia numero 55206 che reca come scadenza il 2024. Non ce l'ho fatta ad attenderla per così tanti anni, e mi sono fermato a 3 anni di cantina.
L'aspetto è davvero elegante e maestoso. Colore ambrato con riflessi rubino, schiuma generosa, di colore bianco sporco, compatta e di ottima persistenza. Al naso brilla per eleganza e pulizia. Si apre con note dolci ed avvolgenti, c'è tanta uvetta, caramello e una bella girandola di frutta: pera cotta con lo zucchero, mela cotogna e prugna essiccata. In bocca è morbida, con una carbonatazione soft e un corpo da medio a pieno. L'avvio è ricco ed avvolgente, c'è il biscotto, il toffee e pennellate di caramello. Nonostante sia il dolce l'elemento principale, non scade mai nella stucchevolezza, anzi si arricchisce di note terrose e qualche suggestione agrumata, poi ancora mandorla al forno e marmellata di albicocca. Il tenore alcolico di 8,5° lascia la sua traccia sul finale di bevuta. dove il suo calore e le note di uvetta passita e frutta candita, collocano la cosiddetta ciliegina sulla torta su una birra davvero eccellente.
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