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lunedì 26 ottobre 2015

Perugia artigianale. Non si vive di solo cioccolato.

Se avere seguito le mie avventure tramite la pagina Facebook del blog, avrete certamente capito che ho passato il recente weekend nella gelida Umbria.
Il mio alloggio, nel bel mezzo della campagna umbra e gli argini del Tevere, era in una posizione ottimale per raggiungere le mete che inizialmente ci eravamo, io e la mia ragazza, prefissati.
In primis ovviamente Perugia che si era vestita a festa per l'ultima settimana dedicata ad Eurochocolate, l'annuale festa del cioccolato che si svolge per le vie del centro storico del capoluogo umbro. Ho notato con piacere che fra le decine di stand dedicati alle varie aziende di cioccolato vi era addirittura uno stand dedicato alla birra targata Mastri Birrai Umbri. A dire la verità è un birrificio che già ho avuto modo di conoscere diversi anni fa in quanto qualche bottiglia arriva stabilmente nella GDO delle mie zone. Se la memoria non mi inganna credo di aver bevuto le quattro birre principali arrivate alle mie latitudini., avendo tutte la particolarità di essere prodotte con legumi locali (lenticchia, cicerchia) e farro. Scorgo però fra le spine dello stand che vi sono altre birre mai viste prime, una IPA e una Porter che non ho provato.




Mentre il vento gelido porta in dote profumi di cioccolato e zucchero io inizio a cercare disperatamente un approdo sicuro dove rifocillare la mia gola dopo tonnellate di dolciume.
Prima di partire avevo segnato sul mio itinerario soltanto un pub degno di nota, l'Elfo Pub su cui tornerò più tardi.
E' ancora pomeriggio e io ho quasi definitivamente perso le speranze di trovare qualche beershop (se non vado errato l'Ansidei Beershop sito in piazza Ansidei è stato chiuso) ed era l'unico che mi ero segnato prima di partire. Una breve googlata ed ecco che mi trovo l'indirizzo di un nuovo beershop proprio a qualche isolato da me.
Mi dirigo quindi verso via Bonazzi, una traversa del centralissimo Corso Vannucci. Al n.11 scorgo l'insegna rossa del beershop Kosmo.
Il locale non è grandissimo ma garantisce comunque una decina di posti a sedere. Arredamento con pochi fronzoli ma molto curato. Oltre alle librerie dove sono esposte le birre divise per nazione, vi sono tre frigoriferi colmi di bottiglie, del materiale per l'homebrewing, libri a tema (ad esempio il caposaldo scritto da Randy Mosher), ovviamente bicchieri e persino merchandising dei birrifici (t-shirt ecc.). Il titolare è un ragazzo giovane molto disponibile e competente con il quale scambio volentieri qualche chiacchiera mentre scelgo dal frigo la Calibro 7 della Fabbrica di Birra Perugia. Non avevo ancora assaggiato nulla del birrificio perugino e quale migliore occasione se non una visita nella città? Minimale l'etichetta che unisce il colore della carta da imballaggio e una sorta di fulmine arancio in bella evidenza. Il numero presente del nome verosimilmente si riferisce alle sette tipologie di luppoli utilizzate per produrre questa american pale ale che si presenta con una bel vestito dorato carico con riflessi ambra e una schiuma ocra compatta e persistente nonostante il non ottimale bicchiere (di plastica) in cui l'ho versata. Il naso regala le note dolci della frutta tropicale, dal mango al melone retato con qualche accenno di papaya. In bocca si presenta con un velocissimo attacco di pane per poi iniziare a "sparare" proiettili luppolati che regalano note agrumate, di pompelmo ed arancia amara. Il finale è moderatamente secco e lascia un lungo retrogusto amaro di scorza di agrumi. La mia astinenza da luppolo è stata placata in maniera più che soddisfacente. Bottiglia freschissima e birra da bere a secchi.
Mentre proseguo la mia perlustrazione fra gli scaffali in cui noto qualche chicca nella zona belga (Fantome su tutte) mi colpisce il fatto che l'offerta italiana sia incentrata molto sulle birre locali. Un grande merito a mio modesto avviso e allo stesso tempo un atto di coraggio puntare molto su birre poco conosciute, ma sicuramente valide al cospetto delle più blasonate colleghe. Accanto quindi a tutta la selezione di Birra Perugia, scorgo Birra Dell'Eremo e anche Birra Nursia, la birra prodotta all'interno del monastero di Norcia. Continua la mia chiacchierata con il proprietario dal quale accetto volentieri i consigli su qualche birra da portare nella mia Puglia. Davvero un bel localino. Se siete a Perugia quindi sapete dove recarvi per bere bene.
Uscito dal beershop il gelo ormai si è impadronito del corso principale dove anche gli stand del cioccolato sono ormai tutti chiusi. Occorre quindi rintanarsi in un pub. L'Elfo Pub si trova a poche
traverse di distanza dal beershop e da anni è segnalato come uno dei pub con la miglior offerta artigianale di tutta l'Umbria. Ambiente molto particolare, con tipiche luci soffuse e una simpatica bicicletta appesa sotto la volta. Alle 8 spine si affianca una carta di birre in bottiglia con oltre 300 esemplari. Curiosa ma mio avviso intelligente la trovata di suddividere le pagine del menu delle birre in base al gusto (amaro da luppolo, amaro da tostature, dolce ecc.). I puritani probabilmente non gradiranno la cosa e magari manco ci baderanno ma invece per me è un'ottima bussola per il cliente inesperto per orientarsi fra le tante birre. Nonostante abbia notato diverse chicche estere in bottiglia non potevo esimermi dall'assaggiare un'altra birra di Birra Perugia, la Chocolate
Porter. Dopo tutto ero pur sempre in pieno Eurochocolate!! Bel colore ebano scuro con una schiuma color cappuccino, di buona persistenza. Naso che evidenzia cacao in polvere, caffè e cioccolato al latte pur mantenendo un low profile in termini di intensità olfattiva. In bocca è cremosa, con poche bollicine a solleticare il palato. Orzo tostato, ancora cioccolato al latte e caffè sono le sensazioni che emergono in bocca dove la birra abbandona il basso profilo per prendersi la scena di prepotenza pur restando equilibrata ed elegante. Ottima birra anche questa! La mia serata alcolica prosegue con una perla acida targata Loverbeer, la Saison De L'Ouvrier Griotta, prodotta con ciliegie griotte, una tipologia di ciliegie dal profilo decisamente acido. Schiuma quasi assente e un bel colore rosso carico con sfumature ciliegia. Al naso emerge subito il carattere acido della birra che porta in dote anche i tipici sentori delle fermentazioni spontanee, fra cui una nota abbastanza netta di metallo. Scorre piacevole pur regalando guizzi acidi ben affilati.
La Perugia artigianale a mio avviso è in rampa di lancio, ci sono diverse solide realtà sia in termini di locali e pub sia in termini di birrifici ma tralasciando i due luoghi da me visitati non mi è parso di vedere una grande attenzione verso la birra artigianale. La situazione può certamente esplodere da un momento all'altro e sarà cura di questi pochi pionieri portare avanti la bandiera della buona birra.
A casa mi sono portato anche la Ila, scotch ale di casa Birra Perugia che è prossima allo stappo e su cui sicuramente tornerò. Mi spiace non aver potuto completare la gamma con il barley wine di cui mi hanno parlato molto bene, e le due birre base....ma non avevo il rimorchio con me :-P
Nota a margine per chi si trovasse in zona: ho intravisto una buona selezione di birre artigianali al bar Caffè del Banco praticamente in piazza IV Novembre.
Cheers!

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