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mercoledì 15 ottobre 2014

Sua Maestà Orval

Che siate novelli appassionati, vecchie volpi del beer hunting belga oppure beergeek dell'ultima ora avrete sicuramente fatto la conoscenza della Orval.

Personalmente adoro questa birra, adoro la sua storia e la sua leggenda; non potevo quindi non dedicarle due righe su questo mio spazio.

La leggenda.
Nel 1070 nel villaggio di Villers-davant-Orval, nell'affascinante territorio delle Ardenne, molto vicino all'antica strada romana che collegava la città tedesca di Tier a Reims, un gruppo di monaci appartenente all'ordine dei Benedettini, per sfuggire alle continue guerre che dilaniavano la Calabria, decise di trasferirsi in questo territorio, grazie alla intercessione dell'Arcivescovo di Tier ottennero ospitalità nel feudo del Conte Arnoldo II di Chiney, di cui Villers-davant-Orval faceva parte.


I monaci, grazie allo sfruttamento delle miniere di sale di la zona era ricchissima, iniziarono a costruire un monastero.
Nell'autunno dell'anno successivo, la bellissima Matilde di Canossa, contessa di Toscana, ritornò nella sua terra natale dopo una serie di eventi spiacevoli. La contessa infatti visse un matrimonio burrascoso con il conte Goffredo Il Gobbo che fu poi assassinato dal Duca delle Fiandre, e successivamente dovette sopportare la scomparsa di suo figlio, di soli 8 anni, per annegamento. Un giorno il conte Arnoldo invitò la Matilde presso il villaggio dove stava sorgendo il monastero benedettino. La donna immergendo le mani in un lago nei pressi del monastero perse il suo anello nuziale, ricordo di inestimabile valore. Così implorò la Vergine Maria, a cui il monastero era consacrato, di farglielo riavere. Dalle acque gelide saltò fuori una trota con in bocca l'anello. La donna, presa da stupore, definì il luogo come Valle d'Oro, in francese Val d'Or, poi trasformato in Orval. In segno di gratitudine Matilde finanziò la comunità benedettina di Orval.

coasters

La storia.
Nel 1124 la Chiesa d'Orval vide la luce; affiliata all'ordine dei Cistercensi vive un florido periodo contribuendo alla espansione della comunitá monastica locale che divenne la più numerosa del regno. Le battaglie della Rivoluzione Francese la rasero al suolo e fu così abbandonata per oltre 150 anni.
L'Abbazia di Nostra Signora d'Orval venne ricostruita nel 1926 e diventa come la vediamo noi oggi nel 1948 ad opera dell'architetto Henry Vaes, autore anche del famoso calice della birra. La produzione di birra verosimilmente inizia nel 1600, quando era usanza comune presso i monasteri e i conventi, quella di produrre birre per il sostentamento dei frati.
La birra prodotta dalla comunità cistercense, è commercializzata dal 1934 con il simbolo della trota con un anello in bocca e si fregia del marchio di prodotto trappista autentico.

Il processo produttivo prevede l'utilizzo di tre tipi di malti, di una prima fermentazione con lievito proprietario, e del ricorso, inusuale per le birre belghe dell'epoca, del dry hopping. Prima dell'imbottigliamento vengono inoculati lieviti Brettanomyces che contribuiscono a conferirle il tipico gusto d'Orval, le goût d'Orval.
Di colore aranciato, con il tipico imponente cappello di schiuma, ha una gradazione alcolica di 6,2º. I monaci tuttavia precisano che durante la rifermentazione che avviene in bottiglia, si dovrebbero raggiungere circa i 7º alcolici.
Diatribe più o meno fondate si sono scatenate nel tempo a causa della possibile esistenza di una doppia Orval. Due ricette diverse di cui una, ovviamente la meno buona, per la distribuzione al di fuori delle mura del birrificio e del ristorante adiacente, dove fra l'altro si può gustare la sorella minore, la Petite Orval, di soli 3,5º gradi.
Io che sono in fondo un romantico della birra, nonché innamorato pazzo di questa creatura fermentata, ritengo che la diversitá organolettica sia essenzialmente dovuta alla scorretta distribuzione della stessa. Mi risulta difficile pensare che in sede di stoccaggio, le catene di supermercati (dove la Orval ormai può apparire) usino gli accorgimenti del caso.Il mio consiglio è sempre quello di acquistarle da chi ritenete abbia cura del prodotto.

Orval

Bevetela giovane per apprezzarne l'esplosione e la freschezza della fanciullezza.

Tenete da parte qualcuna per farla invecchiare e constatarne l'evoluzione di gusto ed aromi.

Generalmente raggiunge il suo apice di complessitá attorno ai 2 anni di invecchiamento.

La migliore Orval bevuta tuttavia, aveva quattro anni, interamente passati a riposare nel mio caveau XD

E voi l'avete provata? Conoscevate la storia?

Cheers!

3 commenti:

  1. Bel post. Mi hai riportato con piacere al mio viaggio in Belgio, due settimane a zonzo per abbazie, birrifici e paesi medievali sospesi nel tempo.
    L'Abbazia di Notre Dame d'Orval è una delizia, un luogo pieno di serenità e pace.

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  2. Grazie! In effetti ogni tanto dovremmo allontanarci dallo stress quotidiano e abbandonarci alla serenità di luoghi come questo.

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  3. […] (BELGIO) Prodotto a cui sono particolarmente legato. Ve ne parlai diffusamente in questa occasione. Viene fondata nel 1132 per poi essere ricostruita 1926 dopo le devastazioni della […]

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