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mercoledì 31 maggio 2017

Tempest - Bourbon Barrel Mexicake

Torna su Diario Birroso il birrificio scozzese Tempest e lo fa con una creazione limited edition, la Mexicake Bourbon Barrel.

La creatura di Gavin Meiklejohn, ex cuoco con la passione per l'homerbrewing, nasce nel 2010 in Scozia e da allora ha iniziato ad inanellare premi e consensi nazionali ed internazionali.
Feci una ricca panoramica sulle produzioni Tempest in questo articolo di inizio anno.
Tempest Bourbon Barrel Mexicake birra recensione diario birroso blog birra artigianale

Della Mexicake invece ve ne parlai raccontandovi una delle nostre classiche degustazioni random in quel di Amarillo 34. Trovate qualche appunto qui.
La Mexicake prende spunto dal filone americano (credo) di quelle imperial stout con peperoncino ed altre spezie che trovano posto della torta messicana detta anche pastel de chocolate mexicano.
Non ci vuole molto a capire che trattandosi di Messico, il peperoncino è l'elemento cardine in molte ricette; non fa eccezione questa torta che prevede anche diverse spezie fra cui cannella e vaniglia, oltre ovviamente al cioccolato! Se volete cimentarvi nel farla, questa ricetta mi sembra interessante.
Non ho ancora avuto il piacere di assaggiare un pastel de chocolate mexicano, ma di birre che ne traggono ispirazione ne ho bevute diverse e la versione di Tempest mi sembra una fra le migliori.

venerdì 26 maggio 2017

Ca' del Brado - Piè Veloce Brux & Invernomuto

Oggi ospito sul blog un progetto davvero interessante, forse unico nel panorama italiano: Ca' del Brado, cantina brassicola bolognese specializzata negli affinamenti in legno.

Nel mio primo incontro con Ca' del Brado vi avevo già accennato alla complessità del progetto, ma ora è giunto il momento di provare a delineare qualche tratto più dettagliato della loro mission e ovviamente delle loro creazioni.
Ca' del Brado Piè Veloce Brux Invernomuto birra blog birra artigianale diario birroso

Tutto parte dall'Associazione brewLab creata da Luca Sartorelli, ingegnere di professione che viene travolto dal mondo artigianale nel 2008 durante un viaggio a Denver. Coinvolge nel progetto brewLab altri due amici, Marco Di Bacco detto Quark e Andrea Marzocchi. Negli anni opera didattica e di diffusione dell'associazione cresce fino a portarli all'organizzazione di Birrai Eretici, il festival che dal 2013 nasce con l'intento di celebrare non solo la buona birra ma anche e sopratutto gli attori che ne fanno parte. Annualmente la proposta del festival infatti racchiude molti pub e publican proveniente da tutta Italia con l'unico intendo di dare vita ad un unico grande pub all'aperto.

Il sito Ca' del Brado è uno dei più curati e dettagliati di tutto il panorama italiano, che molto spesso trascura troppo questo aspetto comunicativo che al giorno d'oggi è invece estremamente importante. E' persino prevista una sezione dove inserire il codice del lotto della bottiglia degustata per sapere l'identikit del contenuto, dal tipo di mosto all'affinamento. Onestamente non avevo mai visto tanti dettagli su un sito ufficiale, anche a livello globale, non solo italiano. Bravi davvero.
Ricostruire quindi la storia di questa cantina brassicola, come viene definita dagli stessi ideatori, è stato un compito molto semplice nonché interessantissimo.
Eravamo rimasti ai tre amici e le loro serate sotto il segno di brewLab. L'idea di iniziare a "mettere le mani" ancor di più nel mondo artigianale, avviene quasi per caso, una sera - come raccontato sul sito- tornando da un evento a tema. I tre amici decidono di coinvolgere nella squadra Matteo D'Ulisse, che di fatto è divenuto da subito la mente del progetto Ca' del Brado. Progetto che in realtà vede in Govo (al secolo Enrico Govoni), birraio del birrificio Vecchia Orsa, a fare la parte del comburente, per quella che era ormai divenuta un'esplosione di idee innovative in campo brassicolo.
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Credits
La parte interessante della storia, oltre ai prodotti ovviamente, sta nel fatto che Ca' del Brado non possiede un impianto e non è quindi un birrificio (pur possedendone la qualifica legale); è una cantina brassicola. Acquista cioè il mosto da altri birrifici, dandone precise indicazioni, per poi farlo fermentare ed affinarlo nella bottaia composta da 2 foeders (botti da oltre 1000 litri), 10 tonneau da 500 litri circa e 9 barriques da 225 litri circa precedentemente utilizzate per la produzione del vino.

In un mondo dove (a torto) il luppolo viene messo sul piedistallo ed adorato come unico Dio, i ragazzi di Ca' del Brado cercano di ridare lustro ad uno degli elementi più importanti e dinamici nella produzione della birra: il lievito! Hanno costruito un vero e proprio laboratorio dove studiano, analizzano e propagano diverse tipologie di lievito che vengono poi usate per fermentare il mosto.
Se nel mondo dei lieviti ce n'è uno che gode di grande ammirazione ed interesse da parte di birrai ed appassionati, è il Brettanomyces. Da qui parte l'idea di studiare e creare birre 100% brett, ossia fermentate con questa tipologie di lieviti anche in primaria, quando normalmente avviene nella secondaria.

lunedì 22 maggio 2017

Primavera e primi caldi. Ecco 5 birre per rinfrescarsi!

Puntualissimo il caldo di maggio ci ha già dato un assaggio della sua potenza di fuoco. Occorre quindi correre immediatamente ai ripari. Ecco le 5 birre per combattere questi caldi primaverili.

Nonostante il weekend che è appena passato è stato all'insegna di piogge torrenziali e vento fresco, questo maggio ha già mostrato la sua indole nelle scorse settimane, facendo sfiorare le colonnine di mercurio ai 30 gradi!
Capite bene che sopportare tali temperature prima che arrivi l'estate è un'ardua impresa; per me che non ho particolare feeling con le belle stagioni poi, è davvero un supplizio.
Primavera e primi caldi. Ecco 5 birre per rinfrescarsi! Mini Hammer Salada Lariano Estivale La Rulles NEIPA Crak Oude Geuze blog birra artigianaleDiventa quindi un imperativo recarsi in qualche locale a bere qualche birra per rinfrescarsi!
Al pari degli anni passati, ecco allora le 5 birre per rinfrescarsi in questo maggio torrido!

1) MINI - HAMMER. Partenza alla grande con uno dei miei birrifici preferiti. La creatura di Marco Valeriani (qui la mia intervista al Birraio dell'Anno) sta sfornando perle su perle, e questa Mini non fa eccezione. Nata come evoluzione della one shot del progetto Workpiece, la Mini entra nella produzione base del birrificio nella primavera di quest'anno. Luppolata con Mosaic e Citra, si presenta con una veste d'oro e un bel cappello di schiuma compatta e di buona persistenza. Eccezionale freschezza al naso, complice anche una data di produzione recentissima, dove emergono note di frutta esotica e di agrumi con quella suggestione che gli americani chiamano dank. La bevuta scorre veloce con punte agrumate e un finale intensamente amaro e secco. E' la mia birra dell'estate senza ombra di dubbio.

mercoledì 17 maggio 2017

Bevute da supermercato: Duvel - Tripel Hop Citra

Dopo un breve periodo di assenza torna la rubrica dedicata alle birre acquistabili al supermercato. Oggi vi parlo dell'ultima nata in casa Duvel, la Tripel Hop Citra!

In questo articolo vi spiegai che non sempre è necessario recarsi al beershop per bere una buona birra. Con una buona dose di fortuna, alcune accortezze e sopratutto con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un compromesso fra una buona qualità ad un prezzo conveniente!

9 volte su 10 io acquisto nei beershop, ma ogni volta che faccio la spesa, mi fermo sempre volentieri davanti agli scaffali della GDO dedicati alla birra. Il più delle volte, mestamente tiro dritto, non trovando nulla di interessante, ci sono casi invece (rari in realtà) in cui riesco a mettere qualcosa di interessante nel carrello.
Bevute da supermercato: Duvel - Tripel Hop Citra diario birroso blog birra artigianale
Bevute da supermercato: Duvel - Tripel Hop Citra
Nei primi due appuntamenti con Bevute da Supermercato, vi ho parlato della Leute Bock e della Blanche de Namur, entrambe facilmente reperibili in qualsiasi buon supermercato.
Oggi invece, rimanendo in Belgio, vi parlo della Tripel Hop Citra della famosissima Duvel.
Birrificio che ha contribuito alla storia mondiale della birra con uno dei massimi esempi di belgian strong ale: l'omonima Duvel nata nel 1923.
Ormai divenuto un marchio a diffusione industriale, ha incorporato in sè negli anni diversi microbirrifici europei e persino americani.

lunedì 15 maggio 2017

Rodenbach - Alexander

Dopo 30 anni dalla prima volta, ritorna sul mercato una delle birre più apprezzate di Rodenbach: la storica Alexander!

La storia di Rodenbach parte dalla Renania, e ci parla di un medico dell'esercito che arrivò in Belgio durante il dominio austriaco, sposò una donna fiamminga e si stabilì a Roeselare. Dall'unione nacquero quattro figli, Alexander, Pedro, Ferdinand e Costantijn che decisero, nel 1820, di aprire un birrificio. Per i primi anni, i quattro fratelli gestirono assieme gli affari del birrificio, fino a che nel 1836 Pedro e sua moglie Regina ne presero il controllo fino al subentro del figlio, Eugene nel 1878. La conduzione familiare si dovette interrompere, visto che Eugene non ebbe figli; si pensò quindi di costituire un società che ne prendesse il controllo e ne gestisse le attività. Purtroppo però alla fine degli anni Novanta (1998), il birrificio Rodenbach fu costretto a vendere la totalità delle proprie quote alla Palm Brewery, gruppo industriale belga che nel tempo ha preso il controllo di diversi piccoli produttori belgi.
I prodotti Rodenbach sono considerati all'unisono, grandi esempi di flemish red ale, birre di grande eleganza e complessità, come la Grand Cru definita dal compianto Michael Jackson, il "borgogna del Belgio"
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Rodenbach Alexander 1986 - Credits 
Facciamo un passo indietro e concentriamoci sulla figura di Alexander Rodenbach, che gestì da solo il birrificio per un breve periodo, fino a quando suo fratello Pedro e la moglie ne rilevarono in toto la proprietà. Colpito all'età di 11 anni da un grave malattia che lo portò alla cecità, Alexander, ancor di più del fratello Constantijn, fu una figura di grande rilevanza storica e politica per la città delle Fiandre occidentali sostenendo fervidamente la lotta per l'indipendenza. Nel 1831 sedette per la prima volta nel Parlamento belga e nel 1844 divenne sindaco della cittadina di Rumbeke, dove oggi campeggia una statua in suo onore.

giovedì 11 maggio 2017

Brasserie Thiriez - L'Ambrée d'Esquelbecq

Esordio in grande stile per la Francia brassicola con l'unico stile storico a lei riconducibile: le biére de garde! Ho stappato L'Ambrée d'Esquelbecq!

Diciamoci la verità, la Francia non gode di buona fama fra gli appassionati di birra artigianale. Paese dal forte legame vinicolo che ha mostrato, almeno fino a qualche anno fa, poco interesse verso il mondo brassicolo.
Io stesso credo di aver bevuto forse 2/3 birre francesi, fra l'altro abbastanza trascurabili dai modesti ricordi che ho...
In realtà la Francia, nella fattispecie nella zona del Nord-Pas de Calais, nelle Fiandre francesi, è stata la culla di uno stile storico, forse lontano cugino delle più famose e diffuse (ora) saison belghe.

biere de garde Thiriez - L'Ambrée d'Esquelbecq birra blog birra artigianale

Letteralmente biére de garde significa birra da conservazione. La storia di questo stile, come accennavo, è molto simile a quella delle saison, e quindi più in generale di quell'alveo che le comprende tutte, denominato farmhouse ale; birre prodotte in campagna!
Molto spesso nelle campagne, i contadini possedevano dei birrifici e producevano birra sopratutto durante l'inverno, in quanto i mezzi di refrigerazione non erano ancora diffusi e d'estate si correva il rischio di produrre birre inacidite. Nello splendido contributo di Phil Markowki "Farmhouse Ales: Culture and Craftsmanship in the Belgian Tradition" viene riportato un antico detto francese che ben fotografa la situazione delle campagne dell'epoca: <<Chi vuole, birrifica d'inverno; chi può, birrifica d'estate>>.
Durante i mesi invernali quindi, i birrai producevano due tipologie di birre, meno alcoliche per il consumo immediato, e più alcoliche se destinate al consumo successivo.
Di strettissima connessione vi sono poi le bière de mars, ossia birre di marzo, prodotte in dicembre e destinate al consumo nel mese di marzo. Con l'avvento della tecnologia e con l'innovazione dei sistemi di refrigerazione, questo stile di birra (che si divide in tre varianti: blonde, ambrée ed rouge) è andato via via scomparendo, anche a causa del crescente successo delle lager chiare.
Negli 1945 circa, tuttavia, la Brasserie Duyck decise di riportare in vita questa tradizione, producendo quella che oggi è considerato il paradigma da seguire nella produzione di una biére de garde, la Jenlain! Per ridare lustro a questo stile desueto, il birraio decise di utilizzare bottiglie da champagne e tappo in sughero, dando a queste produzioni un'aurea speciale. La bontà del prodotto e la novità nel packaging, fu la chiave del successo per la Brasserie Duyck che sfondò i confini e arrivò fino a Lille.
Visto il grande successo della Jenlain, anche altri piccoli birrifici francesi decisero di cimentarsi nella produzione di questa tipologia, ridando quindi vita ad un tempo che rischiava di scomparire per sempre!

lunedì 8 maggio 2017

Milano artigianale. Parte III: The Brew e Bere Buona Birra

Terza ed ultima parte del racconto milanese. Stavolta vi racconto la mia visita a due beershop: The Brew e Bere Buona Birra.

Dopo aver fatto il pieno del birrificio svedese Poppels in quel dello Scott Duff Pub nella seconda parte, è arrivato il momento di parlarvi di due beershop della città meneghina.

Partiamo con The Brew Milano Beershop, aperto nel 2015 e sito in Via Pacini 39, a due passi dalla fermata Lambrate della metro.
Le Petite Princesse - Thiriez/Jester King
Locale piccolino ma accogliente e soprattutto fornitissimo. Selezione curata ed ampia, che comprende anche diverse chicche non semplici da trovare (tipo diverse referenze di Cantillon). Periodicamente, inoltre, vengono organizzate serate dedicate ai singoli birrifici con la contestuale presenza del birraio!
Conosco i gentilissimi proprietari, nei quali ritrovo quella competenza e la passione che cerco sempre quando entro in un locale che vende birra; merce rara di questi tempi e sopratutto dalle mie parti...

Chiacchierando piacevolmente, passo una buona mezz'ora in loro compagnia, gustando fra l'altro La Petite Princesse, table beer prodotta dai francesi della Brasserie Thiriez in collaborazione con i texani di Jester King. Il giovedì antecedente alla mia visita infatti, The Brew aveva ospitato il birrificio francese e quindi per me è stata un'occasione unica per assaggiare qualche produzione fresca di questa interessante realtà di Esquelbecq, specializzata fra l'altro in bière de garde, lo storico stile francese tipico della regione in cui ha sede il birrificio.