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lunedì 12 gennaio 2015

Pallone d'oro

Oggi a Zurigo si assegna il Pallone D'Oro 2014 e gli occhi del mondo del calcio sono puntati sul trittico di finalisti: Cristiano Ronaldo, Messi e il portierone tedesco Neuer.
Probabilmente la termine di questo articolo sarà stato svelato il nome del vincitore.
In ogni caso faccio la mia previsione. Sono le 19.26 e dico Cristiano Ronaldo.



Nel mondo della birra artigianale italiana esiste un premio simile. Ogni anno infatti si assegna il premio di "Birraio dell'Anno", premio istituito dal 2009 da Fermento Birra.

Le regole sono semplicissime e le riporto testualmente:
Requisiti
Il birraio deve produrre in Italia.
Il birraio dell’anno deve aver svolto la sua attività senza interruzioni da almeno un anno, ovvero deve aver messo in commercio i suoi prodotti prima del 1 gennaio dell’anno giudicato.

Giudizio globale
La valutazione deve riguardare la produzione nel suo complesso considerando le birre prodotte durante l’anno sia in bottiglia che in fusto.

Stabilità
Il giudizio deve tener conto della costanza qualitativa, intesa come assenza di difetti, valutata sulla produzione dell’intero anno. Stabilità intesa anche come capacità di saper riprodurre una determinata birra. E’ da preferire dunque un birraio che produce sempre buone birre, ad un altro che produce birre sufficienti e raramente birre ottime.

Bonus
Nel caso di indecisione tra più birrai la scelta deve ricadere su quel birraio che nei complessivi anni di attività abbia dimostrato una maggiore bravura (autorevolezza). Produrre sia in fusto che in bottiglia, in caso di incertezza, deve essere considerato un valore aggiunto. Aver dimostrato bravura tecnica nella produzione di stili molto differenti tra loro deve essere giudicato un bonus ai fini della candidatura al Premio.

I votanti sono circa settanta scelti fra i maggiori esperti italiani del settore.
Al contrario della controparte pallonara, in questo concorso i finalisti sono ben 5!
Di seguito ve li elencherò con una brevissima scheda e sceglierò per ognuno una birra che a me ha particolarmente colpito.

Giovanni Campari del Birrificio del Ducato
Il suo birrificio di Roncole Verdi di Busseto, in provincia di Parma, da anni raccoglie premi nazionali ed internazionali. E' uno dei birrai grazie ai quali siamo apprezzati all'estero. Da pochissimi giorni si sta dotando di un impianto più capiente nonchè di una serie di botti per l'affinamento in legno e le fermentazioni spontanee. Produce birre che spaziano fra molti stili, assicurando da anni ormai una costanza qualitativa di alto livello. Del suo birrificio scelgo la Verdi Imperial Stout. Birra dedicata a Giuseppe Verdi e come si intuisce dal nome è una Russian Imperial Stout. La magia è l'aggiunta di peperoncino che ben si mescola con le note tostate tipica di questo stile e regala un finale piccante e caldo, dovuto anche all'alto tenore alcolico, davvero molto particolare e gradevole.

Simone Dal Cortivo di Birrone
Dal Veneto e precisamente da Isola Vicentina arriva il secondo finalista. Birrificio, fra i pochi italiani, a realizzare birre quasi esclusivamente a bassa fermentazione in pieno stile teutonico ma con una caratterizzazione che contraddistingue il birrificio. Alle mie latitudini le sue birre non arrivano, quindi ai festival sono costretto a bere l'intera gamma. Qualcuno deve pur sacrificarsi, no? XD
Scelgo la Gerica. Una cascadian lager, ovvero l'incontro tra la GERmania e l'amerICA. Si tratta di una bassa fermentazione che coniuga la pulizia dei malti e rigore dei luppoli tedeschi da amaro con l'esuberanza dei luppoli americano, il Cascade. In bocca è un mix di note erbacee tedesche e il tono resinoso dei luppoli americani.

Luigi "Schigi" D'Amelio di Extraomnes
Si trova a Marnate il terzo finalista e campione uscente del Birraio dell'Anno. Il suo birrificio, relativamente giovane, si è subito imposto sul mercato italiano ed internazionale grazie alle sue birre di ispirazione belga. In controtendenza con il resto del mercato italiano propone birre in formato da 33 cl e a prezzo "umano", il che non guasta mai. In questi anni ci ha regalato perle e io ho avuto modo di assaggiarle in moltissime occasioni. Scelgo il mio primo amore però, la Zest. Una meravigliosa Belgian Ale estremamente luppolata e con una beverinità sbalorditiva. Una vera chicca nel panorama italiano.

Donato di Palma di Birranova
Orgoglio della Puglia brassicola, Donato Di Palma è uno dei top players a livello pugliese e ultimamente sta riscuotendo grande successo anche nel resto della Penisola ed oltre. Produce una vasta gamma di birre, fra cui alcune con l'utilizzo di mosto d'uva. Del suo birrificio scelgo la Arsa, birra prodotta con grano arso del Tavoliere e malto affumicato di Bamberga. E' una smoked porter che presenta un affumicato elegante e mai incisivo, che ben si mescola con le note tostate e il finale lievemente luppolato.

Valter Loverier di LoverBeer
In  provincia di Torino, a Marentino, esiste un birrificio che produce birre fra le più particolari ed apprezzate d'Italia. L'incontro fra birra e il vino e l'amore sconfinato verso le fermentazioni spontanee ci regalano da diversi anni perle di rara bontà. Non facili da bere per il neofita ma vere e proprie chicche per l'appassionato. Scelgo la meravigliosa D'uvaBeer, prodotta con mosto di uva Freisa. Ventaglio aromatico che spazia dalle note acide a quelle fruttate di fragola e lampone.

L'appuntamento per la premiazione è per il 22 gennaio a Firenze, dove scopriremo chi sarà il successore di Schigi nel Palmares del premio.
In bocca al lupo a tutti i partecipanti e il mio augurio è quello di bere ancora tante birre ottime prodotte dai loro birrifici.

Cheers!

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