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lunedì 5 giugno 2017

La battaglia dell'industria contro la birra artigianale finisce in una fiction!

Nella puntata di Tutto Può Succedere 2, una scenetta davvero singolare ha messo in risalto, in maniera negativa, la birra artigianale.

Non seguo molto la tv nazionale, men che meno le fiction che generalmente spopolano; ma nei giorni precedenti una scena dell'ultima puntata di Tutto Può Succedere 2, è balzata agli occhi dell'appassionato nostrano.
La puntata potete rivederla a questo link e la scenetta incriminata la trovate al minuto 19 circa.

In pratica i due protagonisti bevendo una birra iniziano ad aggettivarla in maniera dispregiativa chiedendosi se sia potabile. Viene inoltre precisato che quella birra è una birra artigianale.
La fiction targata Rai è molto seguito, potendo vantare infatti uno Share 18%, ossia 4 milioni di spettatori. Capite bene che un messaggio denigratorio, fuorviante e generalizzato sulla birra artigianale ha un impatto notevole sulla sua immagine.

Unionbirrai ha emesso un comunicato stampa in cui condanna fermamente questo tentativo di screditare il lavoro di tanti artigiani che producono eccellenze italiani.
Lungi da me dire che tutta la birra artigianale è buona, ma generalizzare è sempre errato, sia da una parte che dall'altra.
Di seguito il comunicato stampa.
La birra artigianale italiana discreditata nella fiction “Tutto può succedere” in onda su RAI 1Roma, 5 giugno 2017 – Il giorno 1 giugno, su RAI 1, alle 21.25, è andata in onda la fiction “Tutto può succedere”.Succede, in effetti, di tutto. All’interno del programma si assiste ad una denigrazione della birra artigianale che questo Direttivo non può non stigmatizzare.Nel botta e risposta tra due protagonisti – solo per fare un esempio “assaggia e dimmi se è potabile questa bevanda”, “fa schifo”-, vi si riconosce l’esplicito intento degli autori, in modo peraltro chiaramente decontestualizzato dalla trama, di far passare il messaggio per cui birra artigianale equivale a birra di scarsa qualità. Stante la diffusione nazionale del format televisivo (Share 18%, 4 milioni di spettatori), nonché la sua popolarità, pare ancora più evidente la volontà di gettare discredito su un prodotto che ad oggi rappresenta una delle eccellenze nell’ambito agroalimentare italiano, proprio per la selezione di ingredienti naturali di alta qualità e per il particolare processo produttivo che mira ad esaltarne il gusto ed il pregio organolettico.La birra artigianale, che questa associazione di categoria tutela e diffonde da anni a livello nazionale e internazionale, rappresentando un punto di riferimento con 200 aziende associate, conta oltre 1000 etichette italiane ed impiega 2000 persone, che arrivano a toccare quota 4000 con l’indotto. Non solo. Il prodotto artigianale non si propone al consumatore con i medesimi standard seriali delle multinazionali. Per questo motivo la birra artigianale ha ricevuto adeguato riconoscimento anche dalla legge italiana che nel 2016 ne ha definito, tutelandolo, il metodo produttivo. L’aver inserito in una fiction di successo frasi quali quelle che abbiamo ascoltato e riportato testualmente, significa procurare un danno alle centinaia di piccoli produttori indipendenti di birra artigianale che, non senza difficoltà, si muovono per portare valore in ambito brassicolo.Quanto avvenuto è per noi inqualificabile ed integra quegli estremi di gravità per il quale Unionbirrai si riserva il diritto di agire per via legale.

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