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domenica 16 novembre 2014

Dieu du Ciel!

No, non sono impazzito. Non ancora! E non sto bestemmiando...
Il post di oggi é interamente dedicato al birrificio canadese Dieu du Ciel! con tanto di punto esclamativo.
Sono stato letteralmente rapito dalle loro produzioni i primi di ottobre come vi accennai in questo post. In realtá é un birrificio che giá conoscevo. Se bazzicate nei siti di rating risulta da anni in pianta stabile fra i primi 50 birrifici del mondo. Rating da prendere con le pinze ovviamente, ma di certo non vi troverete nel bicchiere prodotti scadenti, anzi.

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E cosi dopo aver provato alcune birre alla spina, mi sono accaparrato buona parte della loro produzione arrivata in Italia proprio in ottobre. Le ho bevute, gustate e studiate. É un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo. :-P

Nell'interessante contesto canadese la Brasserie Dieu du Ciel! è senza dubbio quella che insieme alla Microbrasserie Le Trou du Diable, ha portato una ventata di novità.
La storia parte nel 1998 a Montreal ad opera di tra studenti di microbiologia. Nel 2007 la produzione viene ampliata e il birrificio si sposta a St. Jerome arrivando a produrre fino a 3500 ettolitri l'anno. L'anno successivo arrivano le prime bottiglie. Ora basta con le chiacchiere e veniamo alla sostanza. Tutte le bottiglie arrivano in Italia nel particolare formato di 341ml (che corrispondo a 11.5 U.S. fl oz). Le magnifiche etichette sono firmate da Yannick Brosseau.

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Parto dalla Blanche du Paradis. Nata nel 1999 nel brewpub di Montreal, è l'interpretazione canadese delle blanche belghe. Brassata come da tradizione con frumento, coriandolo e curaçao. Si presenta di bellissimo colore giallo paglierino velato. La schiuma è molto vivace, bianca, perfetta. Ha una persistenza elevata. Al naso si ritrovano perfettamente i crismi delle migliori blanche e witbier. Agrumi, frumento, fiori e spezie. Dopo un attacco lievemente dolce si apre e regala note agrumate. Ha una vivace carbonatazione. E' molto rinfrescante. Chiude piacevolmente acidula e con una coda amarognola di scorza di agrumi.

wpid-wp-1416154458925.jpegLa Rosèe d'Hibuscus, nata nel 2006, è una birra di frumento a cui sono stati aggiunti fiori di ibiscus che le donano un magnifico colore rosa carico. Ha una schiuma bianca che si abbassa rapidamente nonostante lasci un bel merletto sulle pareti del bicchiere. Al naso è fresca e floreale. In bocca è abbastanza vivace. Note floreali e netta acidità sia dei fiori che del frumento si fanno largo durante la bevuta che termina amarognola. Una birra molto particolare ma che ho gradito di più alla spina.

La Route des Epices è una birra brassata con una percentuale di segale ewpid-wp-1416153533973.jpeg grani di pepe nero. Si presenta con un bellissimo colore ambrato e un cappello di schiuma bianco. Naso abbastanza spento, giocato sui toni dolci. Anche in bocca non mantiene le mie aspettative. Abbastanza monotematica, giocata sui toni dolci e caramellati. Lievissimo accenno pepato finale. Da riprovare in condizioni diverse.

wpid-wp-1416153151727.jpegl'Aphrodiaque è considerata una delle migliori stout del mondo. Brassata con aggiunta di cacao e vaniglia si presenta nera come la pece. Densa. Sontuosa. Ricca ma semplice. Magnifica testa di schiuma beige molto persistente e cremosa. Tostature e vaniglia si giocano la battaglia olfattiva. In bocca risulta lievemente più carbonata rispetto a quando la provai alla spina, ma ciò non inficia la bevuta. Ancora tostato, cioccolato e vaniglia. Poi caffè e cacao amaro per un finale amaro molto lungo. Davvero un birrone!

Chiudo con la Péché Mortel. Da anni considerata una delle prime 10 DDC-Peche-MortelRussian Imperial Stout del mondo. In pianta stabile anche negli awards annuali delle birre canadesi. Aspetto massiccio. Scura. Mette quasi timore. Schiuma color cappuccino cremosa e moderatamente persistente. Naso con caffè e cioccolato amaro. In bocca è oleosa, con un corpo decisamente pieno. Moderata carbonatazione. Tostature e caffè, cioccolato amaro e leggero accenno a dolci a base di cioccolato. Si congeda con un lungo finale amaro ed etilitco (9,5°). E' un peccato mortale non provarla.

In definitiva ho bevuto molto molto bene. Il mito che mi ero creato attorno a questo birrificio è stato ripagato con bevute eccezionali specialmente le ultime due. In Italia sono state letteralmente polverizzate ma se dovesse capitarvi di trovarne ancora qualcuna in giro non esitate e comprarle.

Cheers!

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