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mercoledì 29 aprile 2015

Sul carro della birra artigianale

Il momento d'oro che sta vivendo la birra artigianale ha attirato una moltitudine di soggetti che avendo intravisto un facile guadagno, hanno investito in questo settore.
L'articolo di oggi è dedicato a loro. Vecchi e nuovi predoni che assaltano il carro della birra artigianale per saltarci sopra e fare razzie. Non avrò parole al miele per questi individui. Perchè sono stanco.



Se nel resto dell'Italia la birra artigianale ormai è stata sdoganata da qualche anno, in Puglia ma sopratutto in Capitanata siamo all'epoca Paleozoica. salvo pochi (ne conto due) paradisi naturali, veri e propri miraggi!
Vivo in un contesto in cui ancora si entra al pub e si chiede "una media". E il gestore del locale capisce al volo e spilla la sua bella media bionda industriale.
Già il discorso di entrare in un locale e chiedere una unità di misura anziché il prodotto che si desidera è qualcosa di scandaloso. Ed è ancor più scandaloso che chi dovrebbe far cultura sul prodotto (il gestore) non ci trova nulla di strano. Perchè magari è lui che li ha formati così.
Quindi lo sforzo che devono compiere quei pochissimi soggetti preparati sull'argomento, capite bene che è immane. Come è immane quel senso di frustrazione che mi attanaglia da molto tempo.


Fotografata la giungla in cui sono costretto a districarmi ogni giorno, veniamo al famoso carro.
La birra artigianale oggi fa gola a tutti ed è scattata la gara a mettere almeno un paio di birre decenti accanto a quelle industriali.
Appaiono così fantomatiche birre artigianali di cui ignoravo l'esistenza prima d'ora, o di industriali travestite da artigianali in prezzo e packaging. Il gestore del locale che fino a ieri aveva Tennet's e Bjorne, adesso inizia ad affiancargli (non sia mai toglierle proprio!!) birre artigianali! E qui mi riferisco a vere artigianali!
Dove sta l'inghippo e il mio sdegno? Nella preparazione!!
Se ti porto due bicchieri contenenti una pils e una weisse e non me le sai distinguere come puoi pretendere di diffondere la cultura?
Mi rendo conto che questo nobile intento è afferenti ad una manciata di persone che lavorano in questo settore (intendiamoci...mi riferisco al microcosmo Capitanata), e per il resto poco importa di apprendere prima e divulgare poi.
Sia chiaro: è assurdo pensare di avere una passione smodata per il proprio lavoro tale da permetterti di essere un'enciclopedia vivente. Questa è una dote per pochi publican. Ma nemmeno posso tollerare una figura totalmente incompetente che si erge ad esperto e divulgatore di cultura sulla birra! L'abc devi saperlo, diamine!
Se ti chiedo una weisse, tu pseudo espertissimo, non puoi presentarti con una Hommelbier!
Se ti chiedo una doppelbock non puoi chiedermi di rimando: "ma è rossa?".
Prendere cartoni riempiti ad capocchiam (dal latino eh XD) e poi all'arrivo della merce promuoverli facendo credere chissà quale opera di ricerca ci sia dietro!
E sono cose accadute realmente. Mica esempi. E non inserisco nemmeno il disclaimer iniziale: "ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale".

Io sono stanco di avere a che fare con questa gente! Ma non è una questione personale! Il loro comportamento distrugge quanto di buono fatto fino ad ora da operatori competenti, birrai preparati o semplici appassionati!
Il mio è uno sfogo ma anche un invito a fare un bagno d'umiltà. Googlate se non volete acquistare libri, viaggiare per festival o per paesi ed ovviamente assaggiare!
Lo capiranno mai? Io sono qui ad attendere e fare una nuova fotografia ad una situazione che attualmente è desolante!
Nelle vostre zone le cose come vanno?
Appassionati veri o predoni?

Cheers!

8 commenti:

  1. Amo la birra, ma ti confesso che non sono un esperto. Comunque a Torino quando chiedi una birra difficilmente ti portano una birra artigianale quasi sempre sono birre di birrifici industriali, con preparazione non altezza. Però dove producono birre artigianali allora tutto va bene con gente preparata che sa consigliarti.

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  2. È lecito attendersi la scarsa preparazione da parte del consumatore. Quello che nkn dovrebbe, invece, accadere è la non preparazione di chi somministra birra. Io mi auguro che almeno nei grossi centri le cose possano cambiare. Roma è stata pioniera in tal senso. Piano piano si muove qualcosa anche su Milano e Bologna. Torino da quel che mi risulta, è ancora in una fase embrionale che comunque paragonata alla realtà in cui vivo io, è già avanti anni luce. :-)

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