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martedì 12 maggio 2015

Ora et labora

In questi giorni il termine trappista è certamente stato utilizzato in lungo e in largo. Persino La Repubblica ha dedicato un intero articolo a questi simpatici monaci e i loro prodotti. Il motivo di questo fervore mediatico è la notizia diffusasi ufficialmente (notizie che era nell'aria ormai da tempo) nel primo pomeriggio di domenica relativa al riconoscimento della prima birra trappista italiana. Fino a pochi anni fa, diciamo fino al 2010, i birrifici che potevano fregiarsi del simbolo trappista erano solo 7 localizzati esclusivamente tra Belgio e Olanda. Negli ultimi anni la famiglia si è allargata e oggi se ne contano ben 11 sparsi ormai in tutto il mondo. Spesso si fa confusione quando si parla di birre trappiste e birre d'abbazia. Provo a mettere un po' di chiarezza.
Il marchio Trappistenbier è una sorta di tutela legale ottenuta per la prima volta in Belgio nel 1962 a seguito di un'azione legale promossa da Chimay. I requisiti per ottenere questa famigerata denominazione sono tre e sono totalmente slegati dalla tipologia di birra prodotta. Per questo motivo è errato parlare di birra trappista identificandola come uno stile con delle precise caratteristiche organolettiche. Ecco le tre regole per fregiarsi del prestigioso marchio esagonale:
1. La produzione deve essere affidata ai monaci o sotto la loro supervisione;
2. La produzione deve avvenire in un'Abbazia appartenente all'Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (OCSO);
3. I profitti derivanti dalle vendite di questi prodotti devono esser devoluti per opere di carità o a fini sociali.




Entriamo ora nel dettaglio e vediamo quali sono questi 11 fratelli trappisti.

WESTMALLE (BELGIO)
E' il birrificio più grandi di tutti per capacità produttiva, e venne fondato nel 1794. Nel 1921 arrivò una birra chiara con alta gradazione alcolica e con un profilo fruttato dato dallo straordinario lievito proprietario. Era la prima tripel, divenuta poi metro di paragone per tutti i birrifici del mondo. Attualmente produce tre birre:
- Blonde, chiamata Extra. Di 4,8 gradi è riservata al solo consumo dei monaci;
- Dubbel, di 7 gradi, bruna, intensa e con una ricetta risalente agli albori del birrificio;
- Tripel di 9,5 gradi, la più famosa delle tre. Piacevolmente fruttata con un finale moderatamente secco.

ORVAL (BELGIO)
Prodotto a cui sono particolarmente legato. Ve ne parlai diffusamente in questa occasione. Viene fondata nel 1132 per poi essere ricostruita 1926 dopo le devastazioni della Rivoluzione Francese. L'unica birra commercializzata è conosciuta in tutto il mondo in maniera inconfondibile.
- Orval di 6,2 gradi, ha un colore arancio e la caratteristica nota acidula data dall'inoculo dei lieviti Brettanomyces in fase di imbottigliamento;
- Petit Orval, belgian ale di circa 4,5° disponibile solo presso il monastero.

CHIMAY (BELGIO)
L'Abbazia di Notre Dame de Scourmont viene fondata da 17 monaci cistercensi nel 1862. Fra i birrifici trappisti è certamente quello più commercialmente attivo nonché il più conosciuto anche dai non avvezzi alla birra artigianale. Attualmente produce e commercializza quattro tipologie di birra:
- Capsule Rouge, o tappo rosso, la loro dubbel da 7 gradi;
- Capsule Blanche, o tappo bianco, una tripel di 8 gradi con una buona luppolatura;
- Capsule Bleu, o tappo blu, una deliziosa strong dark ale di ben 9 gradi;
- Dorée, golden ale di 4,8 gradi che è stata commercializzata per la prima volta nell'estate del 2013 al di fuori del caffè di fronte al monastero. E' disponibile anche in Italia (alla spina) in 50 locali selezionati.

ACHEL (BELGIO)
Fondata originariamente nel 1648 e poi ricostruita nel 1844, inizia la sua attività brassicola già dal XIX secolo. Nel 1998 riprende la produzione dopo le devastazioni ad opera dei tedeschi e ottiene il marchio trappista nello stesso anno. Le birre prodotte sono ben 5 di cui solo tre disponibili al di fuori del monastero o nei bari attigui ad esso:
- Blonde 5, belgian ale di colore chiaro di 5 gradi non in commercio;
- Bruin 5, belgian ale ambrata di 5 gradi, anch'essa non in commercio;
- Blonde 8, una birra di 8 gradi alcolici, che si colloca sul confine delle tripel;
- Bruin 8, una dubbel più alcolica, di 8 gradi appunto;
- Extra 9, una vera chicca abbastanza rara da trovare nonostante sia disponibile al di fuori del monastero.

ROCHEFORT (BELGIO)
Abbazia nata nel 1230 nella regione vallone delle Ardenne. Il birrificio arriverà secoli dopo, solo nel 1899. Nel 2010 diverse ali dell'abbazia lasciando tuttavia intatto (fortunatamente) il birrificio. Nonostante una buona capacità produttiva, il birrificio sceglie di non superare annualmente i 25.000 ettolitri prodotti. Produce da sempre tre tipologie di birre:
- Rochefort 6, di 7,5 gradi alcolici, è la birra più antica delle tre prodotte;
- Rochefort 8, di ben 9,2 gradi alcolici, venne prodotta per la prima volta per celebrare le feste ed è conosciuta anche con il nome di Spèciale;
- Rochefort 10, la cosiddetta Merveille, la meraviglia. Una monumentale quadrupel di ben 11,3 gradi alcolici.

LA TRAPPE/KONINGSHOEVEN (PAESI BASSI)

Storia piuttosto travagliata quella del birrificio olandese trappista che perde per sei anni il marchio di prodotto autentico (dal 1999 al 2005). Produce diverse tipologie di birre venute alla luce in tempi relativamente recenti:
- Blond, classica belgian ale fresca e floreale di 6 gradi alcolici;
- Dubbel, scura con riflessi rubino con toni di caramello e frutta matura molto marcati;
- Tripel, la loro interpretazione di questo stile. Con 8 gradi alcolici ha un gusto fruttato;
- Quadrupel, è la birra più alcolica della casa. Di ben 10 gradi ha una nota di banana matura abbastanza netta;
- Bockbier, birra stagionale prodotta per il periodo autunnale. Si ispira alle bock tedesche. Con 7,3 gradi fa dei toni maltati la sua forza;
- Witte, una blanche o witte appunto, di 5,5° con carattere fresco ed sgrumato come richiesto dallo stile;
- Isid'Or, nata per celebrare i 125 anni. Di ben 7,5 gradi, ha un tono caramellato molto gradevole
- Puur, la prima birra trappista prodotta da soli ingredienti biologici. Ha 4,7% di abv.

WESTVLETEREN (BELGIO)
Certamente il birrificio più mistico di tutti nonché quello commercialmente meno attivo. Le birre prodotte infatti sono disponibili soltanto presso il monastero e per prenderle è una vera e propria odissea. Occorre prenotarsi molto tempo prima e comunicare il numero di targa dell'auto con cui si entrerà nel monastero. Anche la quantità acquistabile da ogni visitatore è limitata. Le birre sono commercializzate senza nessun tipo di etichetta. Nel 2011 per ristrutturare il birrificio i monaci hanno commercializzato la loro birra più popolare (la XII) in una veste grafica totalmente diversa. Venduta a prezzi da capogiro è diventata oggetto di culto per appassionati di tutto il mondo. Il malpensanti sostengono che sia una ricetta diversa rispetto alla XII classica. Produce tre birre considerate fra le migliori al mondo (con tutte la poca logica che tale affermazione cela dietro - ma questa è una mia personale opinione):
- Blond, o tappo verde, di 5,8° è una rinfrescante belgian ale abbastanza luppolata;
- Extra 8, o tappo blu, una belgian strong ale di 8 gradi alcolici;
- XII, o tappo giallo. La più famosa e desiderata delle birre al mondo. Possente quadrupel di 10,2 gradi di assoluta complessità.

ENGELSZELL (AUSTRIA)

Divenuto l'ottavo birrificio trappista nel 2012, il birrificio si trova all'interno del monastero austriaco di Stift Engelszell ai confini con Germania e Repubblica Ceca. Dopo una travagliata storia iniziata nel 2010 per ottenere il logo esagonale, nel 2012 hanno finalmente messo in commercio la prima birra chiamata Gregorius. Nonostante fra gli ultimi entrati nella famiglia trappista, produce già una buona quantità di birre:
- Gregorius, una quadrupel di 9,7 gradi alcolici potente e strutturata con toni dolci.
- Benno, belgian ale di colore ambrato di 6,5°;
- Nivard, belgian ale di 5,5° leggermente luppolata.





DE KIEVIT (PAESI BASSI) L'Abbazia di Maria Toevlucht situata nel sud dei Paesi Bassi viene fondata nel 1899. A partire dal giugno del 2013 ha ottenuto la certificazione divenendo così il nono birrificio trappista al mondo. Attualmente produce solo una birra:
- Zundert, una tripel di 8 gradi fruttata e moderatamente secca


  




 
                                               SPENCER BREWERY (USA)
Birrificio situato all'interno dell'Abbazia di St.Joseph e prende il nome dalla città del Massachussets in cui è situato, Spencer appunto. Nell'autunno del 2013 è divenuto il decimo birrificio trappista nonché il primo americano. Per realizzare la prima birra sono stati affiancati da alcuni colleghi trappisti di Chimay.
- Spencer Trappist Ale, una belgian ale di 6,5°, color oro carico, luppolata e secca.





TRE FONTANE (ITALIA)E arriviamo così all'ultimo arrivato. Situato a Roma in zona Eur-Laurentina nell'Abbazia delle Tre Fontane appunto. La storia narra che nel 67 d.C. in questo territorio fu martirizzato San Paolo. Nel 1868 vi si stabilirono i monaci cistercensi ottenendo l'enfiteusi perpetua di quella zona malarica in cambio della sua bonifica. L'eucalipto è il vero simbolo dell'Abbazia e i monaci producono da anni un liquore servendosi di questa pianta. Per adesso la birra prodotta è soltanto una.
- Tripel Tre Fontane, tripel di 8,5° che prevede l'utilizzo dell'eucalipto.

Su alcuni siti troverete che il numero dei birrifici trappisti è 12. In realtà viene compresa la birra prodotta dai monaci francesi di Monts Des Cats che però viene realizzata all'interno degli stabilimenti dell'Abbazia di Notre Dame de Scourmont, ossia Chimay. Per questo motivo la birra non può fregiarsi del marchio trappista nonostante sia prodotta da monaci appartenenti a quell'ordine monastico.
Ultimamente il logo trappista a mio modesto avviso è divenuto un vero e proprio oggetto di desiderio e di bussiness da parte dei monaci trappisti che producono birra, e questo ha fatto quasi raddoppiare i birrifici così marchiati. E' doveroso precisare che il simbolo AUTHENTIC TRAPPIST PRODUCT è utilizzato anche per formaggi e altri prodotti.

Non resta ora che assaggiare questa nuova birra trappista italiana.
E voi conoscevate tutti i birrifici trappisti?
Quali birre avete provato?

Cheers!

(immagini tratte dal web)

1 commento:

  1. […] trappista che non è uno stile ma un disciplinare da seguire come vi ho diffusamente parlato in questa occasione. La Rochefort 6 rappresenta soltanto il 5% della produzione dell’intero birrificio, […]

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