Settimana della Birra Artigianale, ormai una piacevole istituzione per l'Italia brassicola; impossibile quindi non prendere parte a questa grande festa ed approfittare per bere qualcosa!
Da sette anni l'Italia artigianale attende tutto l'anno la settimana più birrosa per festeggiare ed onorare la sacra bevanda che tanto ci appassiona! L'idea e l'intuizione di Andrea Turco di Cronache di Birra è stata molto semplice ma efficace: riunire tutta l'Italia brassicola in un unico grande bancone lungo una settimana intera. Prendere parte a questa grande festa è semplicissimo: avere voglia di bere buona birra e divertirsi! Nel corso degli anni gli aderenti sono aumentati in maniera esponenziale e ormai trovare un locale che non aderisca a questa iniziativa diventa davvero un arduo compito. Merito quindi della coinvolgente organizzazione che di anno in anno ha attirato un numero sempre maggiore fra appassionati e locali.Io prendo parte a questa festa dagli albori, e da quando ho fondato Diario Birroso, ne approfitto per raccontarvi le mie scorribande durante questa settimana, qui e qui trovate i resoconti dei due anni precedenti.


Una delle birre più strane che ho incrociato in questi giorni è senza dubbio la Heavy Water di Bearvertown, birrificio inglese mai banale, di cui ho assaggiato ottime cose ma anche produzioni poco riuscite secondo i miei gusti. La lattina di Heavy Water, curatissime come da copione, recita inequivocabilmente sour cherry and sea salt imperial stout. Smaltito lo sbigottimento iniziale decisamente studiato dall'attivissimo reparto marketing del birrificio londinese, mi trovo di fronte una birra nera come la pece, con una ricca schiuma cappuccino. Il naso è un mix di note tostate e sentori aspri di frutta a bacche rosse. In bocca ricalca quanto avvertito al naso riuscendo ad essere equilibrata e gradevole nonostante gli elementi in gioco siano così particolari. Non semplicissima da bere, anche per i suoi nove gradi alcolici, ma sicuramente una birra da provare.
Stappando e bevendo siamo giunti a sabato. Ci siamo ritrovati con i soliti amici da Amarillo34 dove, dopo svariate pinte di Statale 52 del solito Lariano, abbiamo onorato il Péché Day 2017, evento a carattere internazionale ideato dal birrificio canadese Dieu Du Ciel! per presentare la loro birra più rappresentativa, la Péché Mortel, in varie versioni. In Italia l'unico locale che ha aderito a questa interessante iniziativa è stato il FOB di Rimini. Noi non avendo a disposizione i fusti delle release speciali, ci siamo accontentati della Péché Mortel base, una delle mie imperial stout preferite. Qui trovate le impressioni in maniera molto dettagliata.
La serata prende così una deriva alcolica importante e decido quindi di tirare fuori un esemplare di Cafè Boris The Crusher di Hoppin' Frog, proveniente dalla mia cantina. I livelli toccati con la Péché Mortel sono raggiunti se non superati con questa morbidissima imperial stout prodotta con caffè proveniente dalla Hippie Coffee Company! C'è ovviamente tanto caffè, in ogni forma, chicchi e appena macinato, su una morbida base di malti tostati che ne accentua le sfumature. Poche bollicine, corpo pieno per una delle birre più buone del weekend.

due ceppi di lievito: lactobacillus e pediococcus. Al netto di tutte queste parole è una birra godibile, dove la delicata affumicatura si presenta maggiormente al naso, mentre al palato convivono nette note sour con una suggestione torbata. Interessante esperimento a mio avviso, e conferma del grande lavoro della scena polacca.
Mi sposto sull'Aventino per recarmi al So Good, locale di punta in zona, che offre un'attentissima selezione alle vie prediligendo, al momento della mia visita, birre italiane fra cui produzioni appena presentate. La Sorachi Disaster ad esempio, di Vento Forte, una wheat IPA dall'aspetto lattiginoso che la farebbe ricondurre alle produzioni juicy. Ma qui il lievito utilizzato è lo stesso delle west coast IPA. Il risultato è la solita bomba luppolata, con eleganti note di pompelmo, lime, melone e noce pesca e una sensazione palatale vellutata. Il fusto aveva pochi giorni di vita, la mia pinta ha resistito pochi minuti invece.
Nemmeno a farlo di proposito, il fil rouge della mia settimana è stato il Birrificio Lariano. Qui al So Good ho provato la nuovissima Ciakulli, fruit beer con aggiunta di succo di mandarino, fresca con note agrumate in grande evidenza. Perfetta per le prime giornate primaverili.
Molto buona anche la White Hops di Rurale, profumata con note di lime e citronella e una buona dose di amaro sul finale. Grande birra anche la Sweet Earth di EastSide, una brown ale davvero perfettamente in stile, equilibrata, morbida, con note di nocciola, cioccolato e cacao. Morbida al palato e con un finale leggermente amarognolo che ben si sposa con il resto della struttura. Erano anni che non bevevo una brown ale di così buona fattura, complimenti ai ragazzi di Latina quindi.

Beh la rassegna è terminata, come questa Settimana della Birra 2017.
Direi che ci siamo divertiti e ne abbiamo bevuto delle belle!
Ancora in alto le pinte e ci si vede il prossimo anno!
Nessun commento:
Posta un commento