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venerdì 25 settembre 2015

Oktoberfest? No, grazie! Ma ho festeggiato lo stesso a modo mio!

Una delle domande più ricorrenti che mi vengono poste da amici e conoscenti è:
"Ma non ci vai all'Oktoberfest?".
La mia risposta è sempre negativa.
L'atmosfera sicuramente sarà impareggiabile e per ogni individuo, appassionato bevitore di birra (industriale o artigianale), è certamente un evento a cui partecipare una volta almeno nella vita. A me non ha mai attratto l'idea onestamente a prescindere dall'offerta delle birre proposte.


L'Oktoberfest nasce nel 1810 per volere del principe di Baviera Ludovico I che in occasione delle sue nozze con Teresa di Sassonia-Hildburghausen, 12 ottobre 1810, volle invitare la popolazione a prender parte alla festa che prevedeva anche una corsa di cavalli. Il successo dell'evento fu enorme tanto da volerlo replicare anche negli anni successivi fino ai nostri giorni.
Ad oggi è considerata la festa della birra per eccellenza e i numeri da capogiro (nel 2014 sono giunti in Baviera per la Festa d'Ottobre ben 6,3 milioni di visitatori) la pongono al di sopra di altri eventi planetari come ad esempio il Carnevale di Rio de Janeiro.
Contrariamente alla classica dicotomia dell'immaginario comune "birra tedesca-prezzo basso", durante l'Oktoberfest il costo lievita decisamente arrivando a sfiorare i 10 euro al litro, che per un festival conosciuto in tutto il mondo più per la quantità di birra servita che per la qualità è un costo elevato.
I birrifici autorizzati a partecipare alla festa sono sei, tutti di stampo industriale (Augustiner, HB, Spaten, Lowenbrau, Paulaner e Hacker-Pschorr), che propongono la loro interpretazione dello stile di birra tedesco Märzen, un tipo di birra prodotta a marzo, come indica il nome stesso, e lasciata in cantine per il periodo estivo in modo da esser pronte per la stagione autunnale. Differentemente dalle classiche birre bavaresi, le märzen, che per l'occasione vengono chiamate anche Oktoberfest Bier, risultano di gradazione alcolica superiore (compresa fra i 5.2° e i 6°) e di colore lievemente più scuro.
Se le Oktoberfest Bier possono essere così chiamate solo dalle sei sorelle partecipanti alla festa di Monaco di Baviera, lo stile delle märzen è ovviamente interpretato da molti altri birrifici artigianali, tedeschi e non e prende spesso il nome di Festbier.
Da molti anni ormai le feste in tema bavarese ormai si trovano in giro per il mondo ed è una ghiotta occasione sia per passare una serata diversa che per provare qualche specialità culinaria.
Nei pochi eventi organizzati a tema organizzati a Foggia, quello che mi ha incuriosito maggiormente è stato certamente quello organizzato dal pub Zapoj, al momento unico pub del capoluogo di provincia che ha un'attenzione rivolta alle birre di qualità.
Per l'occasione ha preparato un menu tipicamente bavarese e ha proposto la festbier prodotta dal birrificio tedesco Wieninger, che è indipendente alle logiche commerciali delle multinazionali, ma certamente presenta struttura e raggio di azione propri dei birrifici industriali.
Mi reco con amici in questo pub e ovviamente decido di scegliere birra e qualche piatto bavarese.
O’ Zapft is! direbbe il sindaco di Monaco al momento della spillatura della prima birra che dà il via
alla festa! E partiamo anche noi con la festa!Si parte con i classici brezel e un bel boccalone da mezzo litro della festbier da cui fuoriesce una bella testa di schiuma bianca, fine e di media persistenza. Al naso abbiamo note di malto, accenno di caramello e una lieve nota di fiore di luppolo. L'avvio in bocca è di pane e fette biscottate con un corpo medio e una carbonazione contenuta. Erba tagliata e fieno emergono durante la bevuta che termina con una buona dose di amaro.
Mi perdonerete se non ho fotografato delle squisite patate bavaresi al cartoccio che sono arrivate immediatamente dopo, ma la fame era tanta e ho preferito gettarmi sul piatto.
La festbier scorre a fiumi, delicata e dissetante accompagna un mix gustosissimo di immancabili wurstel e crauti e ahimè aiuta a far scender giù anche il pareggio del Frosinone...:-P

Il giorno successivo ho replicato la festa, stavolta recandomi semplicemente nella mia cucina e pescando dal frigo una deliziosa creazione di Andreas Gänstaller che vi presentai in questa
occasione. Stavolta invece mi sono buttato su una delle sue rare birre imbottigliate. Proviene dalla sua serie di sperimentazioni e prende il nome di XL 2 Amber Weizenbock. Magnifico il colore ambrato e perfettamente bianca, pannosa e molto persistente la schiuma. Al naso viene esaltato il carattere frumentoso con pennellate dolci di caramello e lievi note affumicate in sottofondo. In bocca si presenta con un bel corpo e una buona carbonazione dove il dolce di malto e caramello si fondono magnificamente con una lieve tostatura e l'acidità tipica del frumento. Chiude la sua corsa con un bel finale moderatamente secco. Una vera e propria perla per un birrificio che vorrei incontrare più spesso dalle mie parti ma che finora ho dovuto rincorrere per tutto lo Stivale.
Grandi bevute quindi per questa mia personale Oktoberfest, che per me altro non è che un'occasione per festeggiare e bere birra di qualità!
Cheers!

2 commenti:

  1. E come sempre imparo qualcosa di nuovo e interessante.
    Non sapevo che fossero solo sei i birrifici presenti all'Oktoberfest, me ne immaginavo almeno una cinquantina!
    Della Paulaner ho trovato la birra Oktoberfest Bier in un... ehm... supermercato e devo dire che non mi è piaciuta.

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  2. Essendo tutti e sei grossi birrifici industriali, le oktoberfest a livello organolettico non si differiscono molto dalle solite loro produzioni con tutto ciò che ne consegue.

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