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martedì 2 febbraio 2016

I paradossi dei miei conterranei.

Disclaimer.
Questo articolo è scritto di getto, senza filtri e senza censure.Se qualche mio conterraneo si sente offeso non è un problema mio.
Racconto solo i fatti.


Quando abiti in una provincia birrariamente (e non solo) dimenticata da Dio certe cose non ti sorprendono più di tanto.
Quando sei consapevole che la tua zona nel 2016 vive ancora in una sorta di brodo primordiale (a voler essere buoni) della birra artigianale, non ti aspetti che Stone scelga di aprire un brewpub sotto casa tua.
Sei rassegnato alla dimensione mediocre con cui sei costretto a scontrarsi tutti i giorni, da anni.
Ormai ti sei fatto l'abitudine, ma rimane pur sempre una cosa che non ti va a genio.

Da quando la birra ha preso il sopravvento totale della tua vita, ne hai viste di tutti i colori e sentite altrettante.
All'inizio della decade degli anni 2000 ti divertiva andare il sabato pomeriggio in giro per centri commerciali e negozi di alimentari sperduti a cercare una Chimay Blue.
Ti piaceva l'emozione di scoprire una bottiglia di birra artigianale nelle retrovie di uno scaffale impolverato.
L'animo umano però è colmo di speranza, sempre e comunque, e seppure sai bene che è utopico credere che nel giro di poco tempo apriranno locali di grande livello, sai bene anche che il piattume prima o poi sarà smosso.
Povero stolto!


Sembra che la Foggia e provincia siano rimaste volutamente immuni e apatiche nei confronti di un fenomeno inarrestabile come quello della birra artigianale!
Eppure negli ultimi tre anni possiamo vantare un beershop di assoluto livello, Amarillo 34, e uno fra i giovani birrifici più apprezzati ed interessanti, Ebers.
Attorno a queste due isole felici, uniche ancore di salvezza per me e per pochi altri appassionati, vi è il nulla.
Nulla non inteso in termini di locali perchè a voler cercare bene (ed accontentarsi), qualche locale che piano piano si sta aprendo a questo mondo, ci sta pure.
Il nulla che più fa paura è quello del contorno, l'assenza totale di un movimento o di un abbozzo di vera cultura.
Nessuno che vada oltre il semplice "ah, è buona sta birra".
Nessuna curiosità, nessuna voglia di imparare, di chiedere, di studiare, di informarsi!

"La birra artigianale costa troppo!" Senti questa affermazione serpeggiare fra coloro che affollano i locali.
"I corsi di degustazione sono inutili ed una perdita eccessiva di soldi! Addirittura ora fanno i corsi per la birra! Mica è un corso per sommelier!"
Ed ecco che salgono in cattedra i paradossi!

Ma cosa è un paradosso?
Affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune o alla verosimiglianza e riesce perciò sorprendente o incredibile.
Gli stessi autori delle suddette affermazioni poi non si indignano a pagare una birra il quadruplo di quanto realmente andrebbe pagata!
Non si indignano se il gestore del locale ti propina la stessa selezione da 20 anni!
Non si indignano se ti spacciano per artigianale una Regionale Moretti a 8 euro!

Non si indignano se pagano una industriale quanto l'artigianale che costa tanto!
E' la fiera dell'assurdo e del paradosso!
La fine di ogni speranza anche per quelli (pochi) che ce la mettono tutta per portare ad un certo livello il modo di bere birra qui in Capitanata.
Lasciate quindi ogni speranza voi che vi appassionate oggi!
Dovremmo emigrare dalla nostra terra anche per bere birra?

Il buon senso mi suggerisce di pensare che ci voglia altro tempo ancora prima di creare una base solida di appassionati e gente che vuole alzare l'asticella della propria conoscenza in materia.
L'esperienza invece mi confida che la situazione difficilmente cambierà, almeno nel breve termine.
 E Kafka ci fa un baffo!



2 commenti:

  1. Ciao, quoto il tuo Post e se vuoi sono disponibile a promuovere la cultura Birraia Artigiana.

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    1. Ciao. Spiegami meglio cosa intendi. (Possiedi un locale/intendi aprirne uno ecc...)

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