E' sicuramente uno dei birrifici più mistici del panorama internazionale! Dopo la più famosa Westvleteren XII, su Diario Birroso approda la sorella minore di tutte le birre trappiste di Westvleteren: la Blond!
Tasting Moment |
Appena oltre il confine francese, nelle campagne a nord di Poperinge, nel 1814 Jan-Baptist Victoor decise di stabilirsi in quei luoghi per vivere da eremita e recuperare la tradizione monastica persa circa cinquant'anni prima. Nel 1831 i monaci del vicino monastero di Mont des Cats, si unirono a frate Victoor per fondare un nuovo monastero trappista. La produzione della birra avvenne per la prima volta nel 1839 mentre le vendite al cancello iniziarono circa quarant'anni dopo. Dopo diversi anni il birrificio nel monastero di St. Sixtus si è dotato di un moderno impianto in acciaio inox che fece andare in pensione il vecchio tino di ammostamento in legno e la caldaie di bollitura in mattoni e rame. La Blond vide la luce nel 1999 per festeggiare la riapertura del caffè In De Vrede sostituendo la 4. E' l'unica birra chiara prodotta dai monaci, assieme alla 6 (tappo rosso) che fu ritirata qualche anno dopo la nascita della Blond.
Westvleteren Blond |
Chiarito che bere in Italia una Blond è comunque una operazione poco economica, vado allo stappo di questo esemplare che riporta come scadenza il 2017, quindi dovrebbe essere relativamente fresca, anche se al contrario della XII non so di preciso di quanti anni si deve andare a ritroso per scoprire l'anno di imbottigliamento (anzi se avete suggerimenti scrivetemelo nei commenti come sempre, grazie).
Le blond nacquero per far concorrenza alla grande diffusione delle pils che avevano una gradazione
Westvleteren Blond |
Bottiglia priva di etichetta, come da copione, e birra che si riconosce dal solo tappo verde che riporta oltre che il simbolo del monastero, anche la parola Blond.
Colore biondo splendente, come non potrebbe essere altrimenti, con una leggera velatura e un'abbondante e ricca schiuma bianca, a trama fine e molto persistente! Naso molto complesso che offre note fresche di luppolo fiorito e fiori bianchi ma anche esteri fruttati, un accenno di banana acerba. Morbida e vellutata in bocca, con una buona carbonatazione. Brevissimo l'ingresso dolce, di frutta gialla matura, poi emergono le note erbacee e di fiori di luppolo. Termina secca e con un buon grado di amaro. Birra magistrale, inserita giustamente fra le 500 migliori birre elencate dal maestro Michael Jackson. Si racconta che i frati ne bevano ogni giorno almeno una durante i pasti. Per reperibilità e costi elevati per noi comuni mortali non è proprio una birra da tutti i giorni, anzi. E' un vero peccato perché è un vero caposaldo delle blond prodotte nei monasteri, decisamente diverse dalle corrispettive degli altri frati. Convivono allo stesso tempo complessità e facilità di bevuta.
Cheers!
GIUDIZIO PERSONALE
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