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giovedì 3 novembre 2016

A Tu per Tu con...Enrico Ciani di Birra dell'Eremo

Tornano le interviste su Diario Birroso e stavolta danno nuovamente voce ad un birraio: Enrico Ciani di Birra dell'Eremo!

Del birrificio di Capodacqua di Assisi vi avevo parlato in occasione del mio weekend in Umbria. Vi raccontai della creatura di Enrico e Geltrude Salvatore Franchi nato nel 2012 ed oggi una solidissima realtà nazionale. In questa occasione invece vi ho descritto l'incontro con la loro Terra...
Oggi lascio la parola ad Enrico che con grandissimo entusiasmo ha risposto alle mie curiosità.
Bando alla ciance, ecco cosa ci siamo detti!
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Credits: Pagina FB Ufficiale

Ciao Enrico, benvenuto su Diario Birroso. Raccontaci della tua formazione prima di diventare il birraio di Birra dell'Eremo e quando è scoccato l'amore per la birra artigianale.
La mia formazione ha inizio all’università. Gli esami di tecnologia alimentare, durante i corsi Scienze Agrarie ed Ambientali prima e Biotecnologie Agrarie ed Ambientali dopo, mi hanno affascinato e appassionato particolarmente ed una buona parte dell’esame era dedicato alle tecnologie birrarie. Grazie a ciò ho iniziato a produrre in casa delle mie birre rimanendo folgorato da questo fantastico mondo. Inoltre durante la laurea magistrale ho avuto la fortuna di fare il tirocinio presso il CERB (Centro Eccellenze e Ricerca sulla Birra) dove ho conosciuto dei ragazzi molto preparati con cui ho condiviso la mia stessa passione ed è stato proprio in quel momento che ho capito che avrei voluto fare quello nella vita.
Il vostro stile è inconfondibile. Nulla è lasciato al caso, dalle meravigliose etichette al coinvolgimento continuo degli appassionati attraverso i social. Ricordo una delle prime vostre iniziative che mi colpì molto fu quella di una sorta di contest che permetteva di vincere alcune birre e la vostra felpa. Oggi, in un mercato così agguerrito, quanto è importante un attento progetto di marketing applicato chiaramente a delle birre ben fatte?
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Enrico Ciani
Quando si decide di creare un’azienda si deve partire da un progetto valido dove nulla deve essere lasciato al caso. E’ con questo spirito che io e Geltrude, co-fondatrice  e responsabile commerciale di Birra dell’Eremo, abbiamo intrapreso questa avventura. Abbiamo cercato di impegnarci sotto ogni aspetto, tra cui i social che sappiamo essere di fondamentale importanza, per questo motivo abbiamo coinvolto Nicola Palumbo, esperto in social media management, e ormai nostro grande amico, il quale gestisce per noi tutti i social e ci aiuta ad interagire con gli amici di Birra dell’Eremo. Ritengo l’uso corretto dei social un modo molto incisivo per raggiungere molte persone così da trasmettere loro la nostra passione.
Parliamo di una delle ultime creazioni, la Genesi, come nasce e che birra dobbiamo aspettarci nel bicchiere?
La Genesi è una birra che avrei voluto produrre sin dal primo giorno di apertura del birrificio. L’idea nasce dalle domeniche passate in casa a guardare mio padre fare la sboccatura dello spumante. Infatti, professore di microbiologia presso il Politecnico delle Marche, si portava a casa sempre esperimenti con nuovi lieviti da testare. Mi ricordo che rimanevo a bocca aperta mentre stappava le sue bottiglie e mi promettevo che un giorno lo avrei aiutato. E’ proprio da qui che deriva il nome Genesi, per ricordarmi sempre che l’amore per le fermentazioni ha avuto inizio grazie a quelle domeniche passate con mio padre. Dunque la Genesi è una birra alla quale viene aggiunto mosto di verdicchio nella fase di bollitura e che segue il metodo classico durante tutta la sua lavorazione. Dopo la fermentazione con lieviti da birra viene fatta maturare 3 mesi in acciaio, successivamente viene inoculato lievito da spumante e un quantitativo di zucchero capace di produrre circa 5 bar all’interno della bottiglia durante gli 8 mesi in cui viene fatta maturare “sdraiata”. Alla fine di ciò viene progressivamente capovolta a testa in giù per permettere ai lieviti di adagiarsi  sul tappo della bottiglia ed infine si effettua la sboccatura ovvero le bottiglie vengono stappate così da permettere al lievito di fuoriuscire anche grazie alla notevole pressione, aggiunto il liqueur d’expedition e tappate con tappo in sughero e gabbietta. La birra nel bicchiere appare di color giallo paglierino con una leggerissima velatura ed una schiuma bianca e poderosa ma che svanisce in pochi istanti. Al naso inizialmente emergono delle note di frutta a pasta gialla e lime successivamente vengono fuori le tipiche note di crosta di pane del lievito da spumante. In bocca è fresca, con una buona sapidità e una leggera acidità che facilitano la bevuta. Nel finale gli zuccheri residui, e dunque la sua dolcezza, aiutano a nascondere il suo sostenuto tenore alcolico (9% Vol.). Sicuramente è una birra diversa, che esce dagli schemi classici ma che rimane molto facile da bere.
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Nobile
Beh allora non resta altro che cercarla e provarla al più presto, perchè la curiosità è davvero tanta!
A quale delle tue creazioni sei più affezionato e perché?
Sicuramente sono molto legato alla Genesi per i motivi che ho già spiegato ma se devo essere proprio sincero la Nobile è una birra che amo particolarmente. E’ stata la mia prima cotta del nostro birrificio ed inoltre è una delle nostre birre più apprezzate e questo ci sta dando tantissime soddisfazioni. Infine è una birra che potrei bere in qualsiasi momento della giornata e questo per me è un aspetto fondamentale per lo stile che rappresenta: golden ale.

Ultima domanda: come vedi l'avanzare dell'industria nel mondo della birra artigianale italiana?
Il mondo della birra artigianale italiano è un mondo “giovane” e nuovo perciò ha difetti e fragilità che sono fisiologici, ma sono dell’avviso che il suo mercato è sicuramente più maturo rispetto a quando ho iniziato e questo mi fa ben sperare per tutto il comparto brassicolo italiano. Quanto e come il mondo industriale avanzerà rispetto al mondo artigianale dipenderà molto, secondo me, da noi birrifici, indubbiamente, ma anche da chi crea e sostiene la cultura della  buona birra e faccio riferimento a tutte le associazioni che ad oggi stanno facendo un gran lavoro per promuoverla. In qualsiasi caso la cosa più importante è far apprezzare e comprendere la birra di qualità.

Io ringrazio davvero molto Enrico e Geltrude per la loro infinita disponibilità, e faccio un grosso in bocca al lupo per i prossimi progetti e sfide!
Ci vediamo presto, come al solito...in giro a bere!
Cheers! 

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