La storia del birrificio svedese Poppels ve la raccontai nel primo Tasting Moment di questo 2016!
Null'altro da aggiungere a quell'articolo di presentazione del birrificio.
Anche in questo caso il nome della birra coincide con lo stile interpretato, russian imperial stout, amatissime dagli scandinavi e dai beergeeks in generale.
Questa birra è l'evoluzione della Projekt 002 nata nel 2013 per soli 1600 litri e presentata al Göteborg Porterfestival per la prima volta, dove in quell'occasione vinse anche il premio come miglior imperial stout!
Diritto d'autore..questo sconosciuto
Carissimo visitatore, sono felice che la tua passione birrosa ti abbia portato su questo portale.Augurandoti una buona navigazione, ti avverto, tuttavia, che è severamente vietato effettuare il "copia ed incolla" di un articolo o parti di esso.
Di fronte a tali comportamenti,privi di citazione, sarò costretto ad agire per vie legali contro coloro che non rispettano il sacro diritto d'autore..birrai e fruitori.
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giovedì 28 gennaio 2016
martedì 26 gennaio 2016
De Struise Brouwers - Pannepot (2015)
Per chi da tempo naviga i meravigliosi mari della birra artigianale l'incontro con qualche produzione degli "struzzi" sarà certamente già avvenuto!
Dal canto mio vi parlai di una loro birra, la Ypres, in questo articolo qualche settimana dopo l'apertura di questo blog.
De Struise Brouwers, o più semplicemente Struise, struzzi appunto, sono quattro amici, appassionati homebrewers, che si divertono a sperimentare le proprie ricette all'interno di un agriturismo dove venivano allevati anche questi simpatici pennuti. Nascono ufficialmente nel 2001 come beerfirm, e si fanno ospitare da vari birrifici locali (Caulier, Deca Brouwerij, De Ranke) per produrre ed affinare le proprie creazioni.
La notorietà nel discusso mondo dei beergeek arriva attorno al 2008, mentre l'impianto di proprietà che permette a Urban Cousteau e i suoi tre amici di mutare il proprio status in birrificio, avviene nel 2010.
Il pubblico di raters e appassionati d'oltre oceano hanno fatto la fortuna degli Struise che cavalcando questa onda hanno messo in piedi un vero e proprio culto per alcune produzioni; mi viene ad esempio in mente la costosissima serie di Black Damnation.
Le birre fortemente alcoliche e strutturate sono di certo il marchio di fabbrica di Struise, nonché uno dei punti di forza del loro successo.
Accanto alla serie sopracitata vi è un'altra, non meno importante e conosciuta, ma certamente meno costosa. Sto parlando della Pannepot Series, una linea di belgian dark strong ale millesimata di cui ne esistono anche altre versioni che fanno passaggi in botte, ex bourbon ed ex calvados ad esempio.
Dal canto mio vi parlai di una loro birra, la Ypres, in questo articolo qualche settimana dopo l'apertura di questo blog.
De Struise Brouwers, o più semplicemente Struise, struzzi appunto, sono quattro amici, appassionati homebrewers, che si divertono a sperimentare le proprie ricette all'interno di un agriturismo dove venivano allevati anche questi simpatici pennuti. Nascono ufficialmente nel 2001 come beerfirm, e si fanno ospitare da vari birrifici locali (Caulier, Deca Brouwerij, De Ranke) per produrre ed affinare le proprie creazioni.
La notorietà nel discusso mondo dei beergeek arriva attorno al 2008, mentre l'impianto di proprietà che permette a Urban Cousteau e i suoi tre amici di mutare il proprio status in birrificio, avviene nel 2010.
Il pubblico di raters e appassionati d'oltre oceano hanno fatto la fortuna degli Struise che cavalcando questa onda hanno messo in piedi un vero e proprio culto per alcune produzioni; mi viene ad esempio in mente la costosissima serie di Black Damnation.
Le birre fortemente alcoliche e strutturate sono di certo il marchio di fabbrica di Struise, nonché uno dei punti di forza del loro successo.
Accanto alla serie sopracitata vi è un'altra, non meno importante e conosciuta, ma certamente meno costosa. Sto parlando della Pannepot Series, una linea di belgian dark strong ale millesimata di cui ne esistono anche altre versioni che fanno passaggi in botte, ex bourbon ed ex calvados ad esempio.
martedì 19 gennaio 2016
Birra Perugia - ILA
Durante il mio breve soggiorno a Perugia di cui scrissi qualcosa al mio ritorno sono andato alla ricerca di qualche bottiglia da portare a casa.
Dopo aver provato in loco l'american pale ale Calibro 7 e la Chocolate Porter, le mie scelte si sono indirizzate verso la scotch ale della casa. Molto soddisfatto dell'acquisto quindi, in quanto era una birra che da tempo volevo provare ma non l'avevo mai incrociata, nè dal vivo nè nei beershop online.
Nell'elegante logo del birrificio vi è ben centrata una data appena sotto il nome: 1875. E' in quell'anno che parte l'avventura della Fabbrica della Birra Perugia ad opera di Ferdinando Sanvico.
In quegli anni i birrifici in Italia potevano contarsi sulle dita di una mano e Birra Perugia potè estendere la sua distribuzione in buona parte dell'Italia centrale. L'aumento della richiesta della birra permise al birrificio di ampliarsi e sposarsi di sede. A cavallo fra i due conflitti mondiali, precisamente nel 1927, l'attività della Fabbrica di Birra Perugia si arresta.
Dopo circa 80 anni vede una nuova luce grazie al lavoro di un gruppo di amici che decide di risollevare questo storico marchio della città dei grifoni.
Dopo aver provato in loco l'american pale ale Calibro 7 e la Chocolate Porter, le mie scelte si sono indirizzate verso la scotch ale della casa. Molto soddisfatto dell'acquisto quindi, in quanto era una birra che da tempo volevo provare ma non l'avevo mai incrociata, nè dal vivo nè nei beershop online.
Nell'elegante logo del birrificio vi è ben centrata una data appena sotto il nome: 1875. E' in quell'anno che parte l'avventura della Fabbrica della Birra Perugia ad opera di Ferdinando Sanvico.
In quegli anni i birrifici in Italia potevano contarsi sulle dita di una mano e Birra Perugia potè estendere la sua distribuzione in buona parte dell'Italia centrale. L'aumento della richiesta della birra permise al birrificio di ampliarsi e sposarsi di sede. A cavallo fra i due conflitti mondiali, precisamente nel 1927, l'attività della Fabbrica di Birra Perugia si arresta.
Dopo circa 80 anni vede una nuova luce grazie al lavoro di un gruppo di amici che decide di risollevare questo storico marchio della città dei grifoni.
lunedì 18 gennaio 2016
Cioccolato e birra
Archiviato il verdetto di Firenze di Birraio Dell'Anno con annesse polemiche e wrestling birrario, oggi torno a parlare di uno degli argomenti che porto avanti da quando ho buttato in rete questa mia creatura: l'abbinamento cibo-birra.
Così dopo il matrimonio per antonomasia descritto qui, eccomi a proporvi qualcosa di ancor più gustoso e invitante: cioccolato e birra!
Avrete sicuramente notato che spesso quando vi parlo delle singole birre che mi capita di bere, consiglio anche con quale cibo accompagnarle. Molte volte è accaduto che vi ho consigliato una bella tavoletta di cioccolato, oggi voglio darvi qualche dritta in più, chiaramente dettata dalla mia esperienza di bevitore seriale. Il gusto è personale ed insindacabile ma su alcune cose credo che comunemente ci si trova d'accordo!
Così dopo il matrimonio per antonomasia descritto qui, eccomi a proporvi qualcosa di ancor più gustoso e invitante: cioccolato e birra!
martedì 12 gennaio 2016
Schneider Weisse - Tap X Mathilda Soleil
Secolare è la tradizione della Weissbierbrauerei Schneider & Sohn che divenuto famoso in tutto il mondo per le sue birre di frumento.
Il fascino delle luppolature di stampo americano e quelle delle barricature tuttavia ha scalfito anche l'animo tradizionalista di questa brauerei sita a Kelheim che da qualche anno a questa parte ha affiancato alle molteplici tipologie di weizen, anche la Tap X, che chiaramente non si discosta dalla tipologia di birra cardine del birrificio, ma sperimenta nuove ricette mescolando questo stile storico con qualcosa di più modaiolo.
Le ricette di queste birre millesimate cambiano di volta in volta.
Si è capito che oggi il Tasting Moment vi porta in Germania!
Mathilda Schneider, all'epoca a capo del birrificio familiare, nel 1907 presentò al mondo la prima weizenbock bavarese. Oltre cento anni dopo il birraio Hans-Peter Drexler decide di omaggiarla dedicandole il millesimo 2015 della Tap X.
Non solo il nome in suo onore, non solo lo stile proposto (quello appunto delle weizenbock) ma anche un apposito luppolo coltivato per l'occasione ed utilizzato solo per produrre questa ricetta.
Il fascino delle luppolature di stampo americano e quelle delle barricature tuttavia ha scalfito anche l'animo tradizionalista di questa brauerei sita a Kelheim che da qualche anno a questa parte ha affiancato alle molteplici tipologie di weizen, anche la Tap X, che chiaramente non si discosta dalla tipologia di birra cardine del birrificio, ma sperimenta nuove ricette mescolando questo stile storico con qualcosa di più modaiolo.
Le ricette di queste birre millesimate cambiano di volta in volta.
Si è capito che oggi il Tasting Moment vi porta in Germania!
Mathilda Schneider, all'epoca a capo del birrificio familiare, nel 1907 presentò al mondo la prima weizenbock bavarese. Oltre cento anni dopo il birraio Hans-Peter Drexler decide di omaggiarla dedicandole il millesimo 2015 della Tap X.
Non solo il nome in suo onore, non solo lo stile proposto (quello appunto delle weizenbock) ma anche un apposito luppolo coltivato per l'occasione ed utilizzato solo per produrre questa ricetta.
lunedì 11 gennaio 2016
A tu per tu con....Luigi Recchiuti di Opperbacco
L'anno delle interviste per la rubrica "A tu per tu con..." è inaugurato da uno dei più bravi birrai italiani, uno che fa parte della vecchia guardia.
Cultore ed appassionato della buona birra, innamorato del modo di fare birra belga, professionista vero, dentro e fuori dalla sala cottura.
Vi ho presentato la sua creatura in questo articolo; oggi lascio la parola a lui.
Mettetevi comodi in compagnia di una 4.7 e godetevi questa chiacchierata con Luigi Recchiuti, birraio di Opperbacco.
Ciao Luigi, benvenuto sul mio Diario Birroso. Tu nasci come agronomo, ma ti sei appassionato alla buona birra già agli albori del millennio. Quando hai capito che la birra non poteva rimanere un hobby?
Cultore ed appassionato della buona birra, innamorato del modo di fare birra belga, professionista vero, dentro e fuori dalla sala cottura.
Vi ho presentato la sua creatura in questo articolo; oggi lascio la parola a lui.
Mettetevi comodi in compagnia di una 4.7 e godetevi questa chiacchierata con Luigi Recchiuti, birraio di Opperbacco.
Ho studiato e mi sono laureato in scienze agrarie a Bologna e ho iniziato a lavorare come agronomo facendo controlli per la Monsanto ma questi lavori non mi piacevano e cercavo di trovare qualcosa che mi potesse appassionare. Un amico mi parlò di questa nuova realtá dei microbirrifici che stava nascendo in Italia, eravamo nel 1997. Da li iniziai a formarmi e acquistai il mio primo kit all grain su Mr. Malt e ci misi circa un anno per mettere tutte le cose apposto perché prima in giro non si trovava nulla. Ho dovuto quindi adattare dei secchi per farli fungere da filtro oppure per macinare il malto utilizzai un attrezzo per stendere la pasta rigato con la mola. Dalla prima volta che ho fatto la birra é scattata subito una scintilla che mi ha tirato dentro a questo mondo. Ho inizato a produrre vari stili di birre e ho deciso che questa sarebbe stata la mia attivitá. Prima del 2000 feci una richiesta all U.T.F. di Pescara per aprire una sorta di beershop in cui si vendevano birre prodotte in loco più altre birre belghe. La richiesta mi fu rigettata ma io continuai ad appassionarmi alla birra facendo continui viaggi con mia moglie in Belgio, dove potevo provare birre allora sconosciute in Italia. Così pensai di aprire un locale dove vendere queste birre, utilizzando un vecchio casolare di mia proprietá. Non abbandonai mai il desiderio di aprire un microbirrifico, anzi volevo sfruttare questa possibilitá per fare successivamente il grande passo.
giovedì 7 gennaio 2016
Cosa ho bevuto durante le feste. Atto Secondo.
Eccoci al giorno dopo l'Epifania che ha sancito la fine delle periodo natalizio.
Ormai siamo in ottica lavoro-lavoro-lavoro.
Fortunatamente questo weekend imminente viene a ritemprarci un pò.
Torniamo ai miei bagordi natalizi e riprendiamo il discorso di cose ho bevuto in questi giorni, soffermandoci stavolta sulle birre che avevo scelto di bere con accurata selezione.
Ormai siamo in ottica lavoro-lavoro-lavoro.
Fortunatamente questo weekend imminente viene a ritemprarci un pò.
Torniamo ai miei bagordi natalizi e riprendiamo il discorso di cose ho bevuto in questi giorni, soffermandoci stavolta sulle birre che avevo scelto di bere con accurata selezione.
martedì 5 gennaio 2016
Poppels Bryggeri - DIPA
Primo Tasting Moment dell'anno e voliamo in Svezia.
La Poppels Bryggeri nasce nel 2012 a Mölnlycke, una città situata ad una decina di chilometri da Goteborg, nella Svezia sud-occidentale.
Non ho dimestichezza con lo svedese e googlando qua e là ho ricostruito che il nome Poppels è un omaggio ad un certo Johan Casparsson Poppelman, "storico" birraio svedese ma di origini tedesche che si trasferì a Goteborg attorno alla seconda decade del 1600. Nel 1638 apre i battenti la Peppelmans Bryggeri che venti anni più tardi viene presa in mano dalla moglie, Chatarina Krakow, dopo la morte del marito. Il birrificio viene tenuto in vita per ben sette generazioni di questa famiglia, subendo anche il grande incendio che nel 1721 colpì la città svedese e costrinse i proprietari a spostare il sito della Poppelmans Bryggeri.
Veniamo ai giorni nostri e scopriamo che uno dei due fondatori nonchè l'attuale birraio, Daniel Granath, è un lontano discendente proprio dello storico Johan. Al suo fianco in sala cottura in questa avventura c'è Kristian Berntsson, Joel Spånér alle vendite e Petter Gunnarson come CEO.
Nel mondo parallelo dei geeks e dei raters, Poppels ha in pochi anni scalato posizioni di gradimento raggiungendo l'attenzione anche di qualche appassionato al di fuori della terra scandinava.
Generalmente io sono molto attivo su untappd e su instagram, dove mi capita di avere fra i contatti appassionati, o se meglio preferite beergeeks, svedesi che da qualche tempo a questa parte tessevano lodi a queste produzioni. Mi son detto: perchè non provarle e giudicare con la propria bocca e testa?
La Poppels Bryggeri nasce nel 2012 a Mölnlycke, una città situata ad una decina di chilometri da Goteborg, nella Svezia sud-occidentale.
Non ho dimestichezza con lo svedese e googlando qua e là ho ricostruito che il nome Poppels è un omaggio ad un certo Johan Casparsson Poppelman, "storico" birraio svedese ma di origini tedesche che si trasferì a Goteborg attorno alla seconda decade del 1600. Nel 1638 apre i battenti la Peppelmans Bryggeri che venti anni più tardi viene presa in mano dalla moglie, Chatarina Krakow, dopo la morte del marito. Il birrificio viene tenuto in vita per ben sette generazioni di questa famiglia, subendo anche il grande incendio che nel 1721 colpì la città svedese e costrinse i proprietari a spostare il sito della Poppelmans Bryggeri.
Veniamo ai giorni nostri e scopriamo che uno dei due fondatori nonchè l'attuale birraio, Daniel Granath, è un lontano discendente proprio dello storico Johan. Al suo fianco in sala cottura in questa avventura c'è Kristian Berntsson, Joel Spånér alle vendite e Petter Gunnarson come CEO.
Nel mondo parallelo dei geeks e dei raters, Poppels ha in pochi anni scalato posizioni di gradimento raggiungendo l'attenzione anche di qualche appassionato al di fuori della terra scandinava.
Generalmente io sono molto attivo su untappd e su instagram, dove mi capita di avere fra i contatti appassionati, o se meglio preferite beergeeks, svedesi che da qualche tempo a questa parte tessevano lodi a queste produzioni. Mi son detto: perchè non provarle e giudicare con la propria bocca e testa?
lunedì 4 gennaio 2016
Cosa ho bevuto durante le feste. Atto Primo.
Le feste e i pranzi natalizi stanno giungendo alla conclusione e già oggi che son tornato a lavoro mi sembra così lontano quel gaudio e quella spensieratezza dei giorni appena trascorsi.
Il ritorno alla normalità dopo le abbuffate di Natale devo dire che mi mette sempre un pò di malinconia.
Se mi avete seguito attraverso la pagina facebook o quella instagram avrete certamente capito che non sono rimasto a bocca asciutta in questi giorni, anzi ho onorato a dovere i giorni di ferie che mi hanno concesso a lavoro per esagerare a tavola e al bancone dei miei locali preferiti.
Come lo scorso anno ora proverò a fotografare quanto bevuto in questi oltre dieci giorni.
Il racconto non segue un ordine particolare come invece feci lo scorso anno...
Il ritorno alla normalità dopo le abbuffate di Natale devo dire che mi mette sempre un pò di malinconia.
Se mi avete seguito attraverso la pagina facebook o quella instagram avrete certamente capito che non sono rimasto a bocca asciutta in questi giorni, anzi ho onorato a dovere i giorni di ferie che mi hanno concesso a lavoro per esagerare a tavola e al bancone dei miei locali preferiti.
Come lo scorso anno ora proverò a fotografare quanto bevuto in questi oltre dieci giorni.
Il racconto non segue un ordine particolare come invece feci lo scorso anno...
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