Una delle birre più rappresentative e famose del birrificio belga De Struise. La Black Albert è una di quelle birre da assaggiare almeno una volta.
In questo post di inizio anno vi presentai a grandi linee la storia degli struzzi che dopo un periodo iniziale a girovagare a fare birra presso altri birrifici, si sono stabiliti definitivamente a Oostvleteren, nelle Fiandre Occidentali.
Belgian Royal Stout è l'appellativo utilizzato dal birraio Urbain Coutteau per definire la sua personale interpretazione delle imperial stout tanto tornate in voga nell'ultimo decennio di craft beer revolution.
Inizialmente la Black Albert venne ideata e prodotta per gli amici Jennifer e Chris Animato dell'Ebenezer’s Pub di Lovell, Maine. Il successo di questa poderosa birra da ben 13 gradi alcolici fu eccezionale, tanto da indurre i due proprietari del pub a passare una piccola parte della birra avanzata in botti ex bourbon Four Roses, dando vita a loro volta ad una birra straordinaria.
Belgian Royal Stout è l'appellativo utilizzato dal birraio Urbain Coutteau per definire la sua personale interpretazione delle imperial stout tanto tornate in voga nell'ultimo decennio di craft beer revolution.
Inizialmente la Black Albert venne ideata e prodotta per gli amici Jennifer e Chris Animato dell'Ebenezer’s Pub di Lovell, Maine. Il successo di questa poderosa birra da ben 13 gradi alcolici fu eccezionale, tanto da indurre i due proprietari del pub a passare una piccola parte della birra avanzata in botti ex bourbon Four Roses, dando vita a loro volta ad una birra straordinaria.
L'esperimento fu replicato anche in Belgio da Urban che decise inoltre di inserire la Black Albert nelle produzioni annuali del birrificio.
La versione base (quella oggetto dell'articolo) funge da base per altre grandi produzioni degli Struise.
Viene infatti invecchiata in botti di diversa provenienze diviene parte sia della Cuvée Delphine sia della sterminata (e costosissima) serie delle Black Damnation. Insomma una birra nata per un'occasione che doveva rimanere unica ma che ha contribuito a fare le fortune del birrificio belga.
Questa royal stout è chiaramente un omaggio ad Alberto II, re dei Belgi dal 1993 al 2013, anno in cui abdicò per motivi di salute in favore del figlio Filippo. L'etichetta è stata disegnata dal tatuatore Vincent Hocquet e rappresenta una sua interpretazione astratta di Alberto II.
Il bicchiere viene avvolto da un velluto scurissimo, nero con riflessi bruni. La schiuma cappuccino, compatta e persistente le dona un aspetto regale ed imponente. Al naso mostra subito di che pasta è fatta regalando una complessità che avvolge e sorprende. Zucchero bruciato, uva passa e uvetta sotto spirito, biscotto al rum, prugne. E ancora un tocco di cannella, caffè espresso e tabacco. Maestosa in bocca, dal corpo pieno e dalla carbonazione contenuta. Viscosa scorre donando note dolci di zucchero bruno, di malto e di biscotto, di frutta sotto spirito e di caffè. Occorre prendersi tempo, sorseggiarla e valutarne le sfumature che variano man mano che la birra si scalda (consiglio comunque di berla a temperature da cantina). Elegante e pulita anche in bocca, lascia il segno ancora regalando sfumature alla vaniglia, alla cannella e un piacevole calore etilico con rimanda al rum. Chiude con il caffè in grande evidenza.
Birra memorabile, bottiglia con etichetta che segna vintage 2015.
E' d'obbligo non solo provarla almeno una volta, ma provare a farne scorta per valutarne l'operato del tempo.
Cheers!
GIUDIZIO PERSONALE
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