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lunedì 9 maggio 2016

Praga - Parte III: le tre rose e un salto nella storia da U Fleku.

Terzo capitolo della saga praghese. Oggi è volta di due posti che inevitabilmente mi sono rimasti nel cuore. Un palazzo di due piani sul quale campeggiano tre rose e il classico ed immancabile U Fleků.

Dopo avervi portato a spasso in una zona poco centrale nel primo capitolo, ho iniziato ad addentrarmi nel centro storico nella seconda puntata; parlandovi di U Zlatého Tygra.
Ed è proprio uscendo dalla cantina con la tigre dorata che troneggia sul portone, che incrocio un bel palazzo dove ha sede il birrificio con annesso ristorante U Tří růží. Come facilmente intuibile sono tre rose il simbolo del birrificio e lo si evince da subito volgendo lo sguardo all'insegna sopra la porta di ingresso. Qui trovate un breve reportage fotografico.

Mi ero segnato questo nome consultando la preziosissima guida in tema di birre a Praga realizzata da Evan Rail. Dopo aver cercato un posto invano la prima sera, ho riprovato, trovando fortuna stavolta, la sera successiva. Come detto il locale è disposto su due piani, al piano terra vi è anche la sala cottura di 10 ettolitri, capace annualmente di produrre dai 12.000 ai 15.000 hl. Pare che la licenza
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U Tří růží
Benešgained per birrificare fu ottenuta nel lontano 1405. Attualmente a guidare le operazioni in sala cottura vi è Robert Maňák, che iniziò la sua carriera nel birrificio monastico di Strahov sempre sito a Praga. Al momento della mia visita alla spina erano presenti sei tipologie di birra, fra cui anche una stout, una weisse e una polotmavý che riprende (o almeno dovrebbe) la tradizione monastica appresa nel periodo di apprendistato di Robert presso il birrificio Strahov. In portafoglio persino un sidro di mele!
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U Tří růží
Sulle pareti di ogni piani sono presenti illustrazioni molto simpatiche che ripercorrono la storia dell'uomo ma in chiave birrosa. Avremo quindi un boccale di birra sulla testa della Sfinge in Egitto, oppure enormi banchetti nel rinascimento. Tutte queste illustrazioni sono realizzate dagli artisti Jiří Bernard e Pavel Jäkl.
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U Tří růží Tmavy Speciàl
Una volta preso posto ordino la Tmavý Speciàl in attesa del mio schnitzel. Nera come la pece con un perfetto cappello di schiuma beige. Scorre benissimo regalando note di orzo tostato, pane nero e  qualche accenno di cioccolato. Ottima. La miglior birra del mio soggiorno praghese.

Arriva il cibo e con lui ordino la Vienna Red, interessante nella sua dicotomia biscotto/caramello. Il colore è di un magnifico ambrato carico sormontato da una sottile schiuma bianca di media persistenza. Lo schnitzel è bello che finito ma la sete non accenna a diminuire, così mi concedo anche la Klášterní Speciál Sv. Jiljí No.3, interpretazione dello stile polotmavý. Del trittico è quella che ha incontrato meno i miei gusti, mostrando un profilo fruttato a tratti spigoloso. Non avendo altri metri di paragone stilistici, la mia mente la mette in relazione soltanto all'interpretazione gustata qualche giorno precedente da Vinohradský Pivovar. Confronto che la vede indietro secondo il mio palato. La serata è volata e mi sono davvero goduto molto questo posto, i suoi piatti e le sue birre, tanto da volerci ritornare al volo la mattina della mia partenza. Avevo l'aereo nel pomeriggio, e scartata l'ipotesi Beergeek Bar che seppur vicinissimo al mio hotel apriva i battenti alle 15 e il rischio di perdere l'aereo era davvero elevatissimo, decido di ritornare da U Tří růží quindi. L'atmosfera all'interno è decisamente più rilassata e il locale semivuoto. Qualche persona del posto seduta al tavolo di fronte alla tv che trasmette una partita di calcio, sorseggia la sua birra. Ma appena entrato vengo inebriato da un forte profumo di malto. Ebbene si: è in corso una cotta!
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U Tří růží Svetly Speciàl
Mi posiziono quindi sugli sgabelli di fronte al tino di ammostamento e mi godo lo spettacolo, senza prima aver ordinato una birra. Mi mancava la Světlý Speciál. Perfetta nel dimpled, dorata con una testa di schiuma bianca, pannosa e molto persistente. Rotonda, con qualche accenno (di troppo) di caramello, e un profilo erbaceo finale che riporta l'asticella verso l'amaro finale. Scambio qualche chiacchiera con il ragazzo alle spine e abbandono il locale lasciandoci davvero il cuore. Tappa obbligatoria quando tornerò nella capitale ceca. Fra l'altro è in dirittura d'arrivo l'apertura di un nuovo locale con annesso birrificio. Si parla di primavera 2016...direi che ci siamo!

U Fleků
Come era obbligatorio fare un salto dal famosissimo U Fleků, l'antichissima birreria dell'orologio, ormai meta di turisti ed avventori. Che sia divenuto un posto turistico lo abbiamo capito subito; dopo aver trovato l'indirizzo persino sulla guida di Praga che abbiamo acquistato in Italia. Io non ero mai stato a Praga e quindi inflazionato o meno, ci ho passato, e alla grande, l'ultima sera del mio viaggio.
Affollatissimo nonostante fossero appena le 20, ci fanno accomodare in un tavolo in compagnia di un gruppo di simpatici svedesi. Il modus operandi è il medesimo della tigre dorata. Una volta seduto, ti arriva di default un boccale di birra. La prima tacca è segnata! L'arredamento è molto bello e l'atmosfera che aleggia nel locale è decisamente allegra. La gente se la spassa alla grande. Si canta, si balla, si suona la fisarmonica. Il tutto condito dal suono soave dei boccali che brindano. Analogamente alla Zlatèho, anche qui è disponibile una sola birra, qui è la Flekovský Tmavý Ležák 13°, prodotta in loco. Sarà stata
U Fleku
l'emozione della prima volta o l'atmosfera che mi circondava ma mi è sembrata davvero un'ottima birra. Diversa da quella bevuta da U Tří růží. Questa Flekovský tocca maggiormente i tasti del cioccolato al latte e della morbidezza. Il boccale sparisce dopo qualche sorso, e mi si propongono davanti camerieri con un liquore tipico della casa. Deciso di passare e ordinare altra birra, un piatto di formaggi tipici e il gulasch. Il cibo mi è parso di ottima fattura
nonchè perfetto compagno per quella birra. Si perde il conto delle tacche, e ordino anche un ottimo strudel di mele (Jabolčni zavitek). Serata decisamente da ricordare a lungo e posto che merita la visita.

Non posso sapere come si beveva e mangiava anni fa, se le cose sono peggiorate o se sono rimaste intatte. L'idea che mi sono fatto è semplice: è un posto da visitare almeno una volta, anche solo per quello che rappresenta e per cosa ha rappresentato per la storia della birra ceca. Immergermi nelle sale fino a quel giorno viste solo sui libri e nei documentari del grande Michael Jackson mi ha donato una grande emozione. Me la porterò dietro a lungo!

Il viaggio praghese a tinte birrose termina qui.
Devo dire di tanto in tanto concedersi uno strappo alla quotidianità serve.
Ormai si beve buona birra quasi ovunque (nelle mie zone un pò meno) ma andare in giro a bere alla fonte birre storiche è davvero un'altra cosa.
Cheers!

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