Come souvenir del mio recente viaggio a Praga, ho portato in Italia la Stout del microbirrificio ceco Matuška! Vi avevo svelato l'etichetta già con questa foto, oggi è la volta dell'assaggio!
Il 13 aprile del 2003 Martin Matuška, birraio dal 1981 con diverse esperienze all'estero, decide di tornare nella sua nazione natale e di aprire. con l'aiuto finanziario della famiglia, l'omonimo birrificio:Pivovar Matuška!
Era un lunedì di pasquetta e la prima cotta realizzata presso gli impianti è dedicata ad una speciale birra scura, una tmavè, con molte probabilità.
Martin ha iniziato la sua formazione nel campo della birra laureandosi alla Secondary School of Food Technology di Praga e successivamente ha lavorato presso la Staropramen (ora una delle maggiori industrie di birra ceche), U Fleku e Pivovar Strahov. Dal 2006 è anche membro del panel di degustatori del World Beer Cup di Seattle.
La passione per la birra è stata tramandata anche al figlio Adam che oggi lo affianca in sala cottura e che ha un passato di apprendista molto simile a quello di suo padre.
Dovrebbe essere disponibile solo nei mesi invernali. La sua ricetta prevede un bel trittico di luppolo di diversa provenienza, l'immancabile Saaz, l'inglese Fuggles e l'americano Amarillo. Vengono
inoltre utilizzate in una percentuale molto ridotta di baccelli di vaniglia del Madagascar.
Inserita al sesto posto delle migliori 50 stout al mondo secondo il solito Ratebeer, ha una gradazione alcolica pari a 6°, ma come vi avevo spiegato nel primo articolo del mio viaggio a Praga, in patria vengono indicati accanto al nome i 16° Plato.
Generoso formato da 75 cl e prezzo che per noi italiani sembra davvero uno scherzo, 130 corone, siamo attorno ai 5,20 €, roba che in Italia non trovi manco le 33 cl a volte.
Elegantissimo vestito nero con un cremoso cappello di schiuma caffellatte abbondante e dall'elevata tenuta nel bicchiere. Naso che non offre un'intensità esplosiva (forse anche complice la data di scadenza ravvicinata - 21/05/16) ma che regala comunque grande pulizia e complessità. Cioccolato al latte, caffè, orzo tostato, e un accenno di cenere e vaniglia. Se la si lascia aprire un pò offre piccoli guizzi olfattivi che rimandano alle nocciole e al tabacco. In bocca si presenta setosa, poco carbonata e con un corpo da medio a pieno. Scorre inondando il palato di cioccolato al latte, caffè in polvere e liquirizia. Una piacevole nota terrosa, una suggestione di vaniglia e un finale amaro, da cioccolato fondente, elegantissimo chiudono il cerchio. Bevuta magistrale. Semplice da bere ma con una profondità non indifferente. Ad averla sotto tiro più spesso non avrei molti dubbi su cosa scegliere quando ho voglia di una buona stout.
GIUDIZIO PERSONALE
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